Lo certifica uno studio dell’Istat che ha preso in esame il numero dei cittadini che nel biennio 2015-2016 sono rimasti vittime di reati nei dodici mesi precedenti: sono il 10,2 per cento degli italiani. Il 3,7 per cento con i furti (dai borseggi agli scippi), l’1,6 con reati ancor più violenti come aggressioni e rapine, lo 0.9 con le minacce.
E sono dati di un periodo pre-sbarchi.
Secondo le vittime il 56,8 per cento delle aggressioni è fatta da connazionali contro il 31,2 di stranieri (che essendo meno del 9 per cento della popolazione residente, dimostrano di avere una predisposizione al crimine tra 3 e 4 volte superiore al loro numero), il 6,1 per cento di bande miste e un 5,9 non sa riconoscere la provenienza dei delinquenti.
Il 54,7 delle rapine, sempre secondo le ricostruzioni delle vittime, è commesso da non italiani. Senza considerare che il 13,1 è vittima di rapine da gruppi composti da italiani e stranieri.
Negli scippi: il 58,9 per cento è opera di stranieri, il 31,6 non viene identificato, solo il 9,2 è perpetrato da italiani.
Quindi è confermato: senza immigrati, l’Italia sarebbe un paradiso. E le vittime di reati si dimezzerebbero.
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