Pd choc, tirocini per disabili assegnati ai profughi

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Il capogruppo della Lega in Emilia e Romagna commenta i dati forniti dalla Regione, sul numero di persone prese in carico dai servizi sociali e sanitari.

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“Ci risiamo: invece di pensare agli italiani in difficoltà le amministrazioni Pd preferiscono pensare ai sedicenti profughi. E questa volta a essere danneggiati sono addirittura i disabili: a Ferrara quasi la metà dei tirocini formativi dedicati ai portatori di handicap e alle persone in difficoltà sono stati assegnati ai richiedenti asilo. L’ennesima discriminazione al contrario, che solo con la Lega alla guida delle istituzioni potrà finalmente interrompersi”.

Alan Fabbri commenta i dati forniti dalla Regione Emilia Romagna relativamente al numero di persone prese in carico dai servizi sociali e sanitari (Comuni, Aziende Sanitarie, Aziende Servizi alla Persona eccetera) che hanno usufruito di tirocini di tipologia C nel corso del 2018.

“Parliamo di percorsi di formazione o inserimento al lavoro dedicati a persone con disabilità o condizione di svantaggio – spiega il capogruppo – a cui sono sono stati aggiunti come possibili utenti anche i richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale”. “Il risultato – aggiunge – è sotto gli occhi di tutti: a livello regionale su 3631 tirocini assegnati, ben 1758 sono andati ai richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale, significa che il 48,4% delle risorse regionali riservate all’inserimento al lavoro di questo genere per le fasce deboli sono state utilizzate per profughi o sedicenti tali”.

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“Nella città di Ferrara la situazione è molto simile: su 365 percorsi avviati 169 sono stati dedicati agli immigrati sbarcati sulle nostre coste, mentre solo 140 sono andati ai disabili – continua il capogruppo della Lega – e questo nonostante la grave emergenza lavorativa che, da anni, riguarda i portatori di handicap, a livello nazionale, da sempre discriminati in ambito lavorativo nonostante le leggi che li dovrebbero tutelare”.

Per Fabbri “la cosa assurda è che in questo modo si continua a favorire i percorsi di avviamento al lavoro di persone che, il più delle volte non hanno nemmeno ottenuto lo status di rifugiato e che sono in Italia solo temporaneamente”, continua il capogruppo “consumando risorse che dovrebbero essere invece dedicate a residenti e giovani disabili che avrebbero un vero bisogno di un sostegno per avviare un percorso di vita e indipendenza”.

E “si parla di tirocini che prevedono un sia pur minimo rimborso spese e che dunque potrebbero contribuire anche se in minima parte al percorso di autonomia a cui aspirano tanti portatori di handicap” e che “i richiedenti asilo in Emilia Romagna sono circa 11000 e che a Ferrara risultano essere meno di 1000, la sproporzione delle risorse assegnate a questa categoria è ancora più evidente, con grave danno e beffa degli italiani e in questo caso anche dei ferraresi”, conclude il consigliere.