Brescia, segretario Cgil è africano: “Via dall’Italia”

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E’ sull’autobus con altri delegati della Cgil diretti al centro fiera di Bari per partecipare al congresso nazionale del sindacato quando uno sconosciuto lo avvicina: «Adesso Salvini vi sistema, state tranquilli voi altri. Con il decreto ve ne dovete andare». A raccontare l’episodio è Ibrahima Niane, segretario generale della Fillea Cgil di Brescia e destinatario di parole non proprio gentili per via del colore della sua pelle. In Italia dagli anni ‘90, militante nelle fila della Cgil dal 2004, nel 2016 è stato eletto al vertice del sindacato di categoria dei lavoratori del legno.

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«Eravamo tutti insieme sul bus numero 53 quando dopo qualche fermata è salito questo signore che mi ha avvicinato. È venuto da me diretto perché ero l’unico nero del gruppo. E ha iniziato a sparare una serie di luoghi comuni. «Finalmente adesso dovrete andarvene dall’Italia, festa finita» e compagnia bella. “Scusi, ci conosciamo?” gli ho detto. Ma lui continuava. Allora gli ho risposto che se proprio vuol fare la cassa di risonanza di Salvini che almeno la faccia bene, e si impegni perché la Lega restituisca i 49 milioni che ha rubato a tutti noi italiani».

«Ho la cittadinanza da una vita», dice.

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«È un episodio inaccettabile che ci tocca in prima persona – hanno fatto sapere dalla Cgil – purtroppo solo l’ultimo di una serie di odiosi casi che si stanno verificando nel nostro Paese a causa del clima avvelenato fomentato in modo cinico e irresponsabile da chi in primo luogo dovrebbe invece garantire la sicurezza dei propri cittadini. Tutta la Cgil di Brescia manifesta sdegno e rabbia ed esprime massima solidarietà a Niane».

Il fatto che qualcuno ti abbia dato la cittadinanza, non fa di te un italiano. Ma, a parte questo, dovreste essere i primi tifosi di Salvini: perché se non mette a posto le cose lui, la gente andrà fuori di testa. E non sarà un bello spettacolo.

In Italia c’è un evidente senso di accerchiamento, perché siete troppi. A Brescia tra pochi anni sarete maggioranza, e allora sarete voi a cacciare gli italiani dai bus. Rendere la situazione più ordinata, con un numero minimo di immigrati, è l’unica speranza prima della violenza.




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