Roma: case popolari ai rom, le prime famiglie già entrate

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A Roma il piano di inclusione di “rom, sinti e caminanti” voluto nel 2017 dal Comune sta dando i primi risultati. Le case popolari agli zingari.

Sono già iniziate le operazioni di trasloco, dalla roulotte ad un appartamento vero e proprio, delle prime cinque famiglie del campo rom della Barbuta al confine tra la Capitale e Ciampino.

Non basta. Perché altre venti famiglie dello stesso campo sarebbero state inserite con il massimo del punteggio nelle graduatorie per le case popolari.

Il piano sembrerebbe evidente: sostituire gli italiani con gli immigrati e i rom nei quartieri popolari.

Prima hanno provato a regalare ai rom un “bonus casa” da 800 euro al mese, ma ovviamente nessun romano dotato di cervello ha voluto affittare casa agli zingari.

Poi c’è stata l’idea della ‘adozione’, prendersi un rom in casa in cambio di soldi. Anche qui, i romani si sono dimostrati più intelligenti del loro sindaco.

Adesso siamo arrivati di fatto alla concessione gratuita di una casa e nonostante questo per il momento solo cinque famiglie hanno accettato.

Ma il sindaco Raggi contesta il trattamento preferenziale per gli zingari.

«L’assegnazione degli alloggi di Edilizia residenziale pubblica segue la normativa vigente e non è connessa, in alcun modo, con il Piano per il superamento dei campi rom», smentisce il Comune. «L’assegnazione avviene infatti sulla base dello scorrimento delle graduatorie e dei requisiti legati a ogni domanda. Non esiste e non può quindi esistere alcuna strategia in materia: gli alloggi vengono assegnati esclusivamente agli aventi diritto, così come regolato e previsto da apposite norme. Si tratta di una procedura valida per tutti i cittadini, senza alcun trattamento ad hoc legato alla provenienza etnica e geografica. Ogni domanda viene quindi valutata con le stesse modalità e sulla base dei requisiti riscontrati si viene ammessi o meno alla graduatoria, con relativo punteggio. In questo modo l’assegnazione è garantita esclusivamente agli aventi diritto».

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Sarà anche così, ma intanto, i primi appartamenti ai rom sono stati consegnati. Vi sembra normale che chi vive nei campi nomadi abbia diritto ad una casa popolare?

Secondo Raggi: “Il piano rom nulla ha a che vedere con le assegnazioni delle case popolari. Queste ultime sono garantite e assegnate soltanto agli aventi diritto, non agli irregolari. E noi in poco più di due anni siamo riusciti a sbloccare le graduatorie assegnando più di mille case e mandando via coloro che le occupavano abusivamente da anni”. Il problema è che gli abusivi sono famiglia e anziani italiani, mentre chi ne ha ‘diritto’ è, quasi sempre, un immigrato. Sarà anche legale, ma è illegittimo e schifoso.

Ma secondo il sindaco “le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari da parte di Roma Capitale non tengono e non terranno mai conto dell’etnia dei richiedenti: solo chi ha diritto è tra gli assegnatari”. Di più. La prima cittadina coglie l’occasione, non per la prima volta negli ultimi mesi, per fare un’altra sottolineatura. “Roma – ha ricordato Raggi – è medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza ed è orgogliosamente antifascista”

Le case popolari sono state realizzate con la ricchezza creata da generazioni di italiani. Devono andare solo a italiani.

La Raggi assegna le case popolari ai rom. Stamattina sono intervenuto in aula contro il sindaco di Roma che ha inserito nelle graduatorie gli abitanti dei campi nomadi assegnando già 5 alloggi. Ci sono famiglie italiane in attesa da 15 anni, CasaPound è pronta alle barricate.

Posted by Luca Marsella on Thursday, January 24, 2019

Nella foto in alto, un’identica iniziativa a Torino.




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