Ong uccidono i migranti: con porti aperti 5mila morti, con i porti chiusi 117 (forse)

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Dopo il molto presunto naufragio in Libia:

Naufragio da 117 morti, ma Marina Militare: “20 immigrati a bordo”

I media di distrazione di massa lanciano il solito ridicolo piagnisteo dei ‘morti nel Mediterraneo’. Le ong diffondono foto bufala come quella in alto.

Morti che, in realtà, sono ai minimi:

Questo, anche se prendessimo per vera l’entità del presunto naufragio, con numeri dati dai tre presunti sopravvissuto dopo l’incontro a Lampedusa con i rappresentati di MSF.

“Adesso qualcuno dovrà pure prendersi le sue responsabilità per queste vittime”, ha detto a Repubblica Claudia Lodesani, presidente proprio di Msf Italia. Quelli che hanno convinto i tre a raccontare dei ‘120’ fantasmi.

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Per Salvini la “colpa” del presunto naufragio di venerdì è delle Ong. “Non sono io metterle sui gommoni mezzi sgonfi”, dice il vicepremier, “sarà una coincidenza che da tre giorni c’è una nave di una Ong che gira davanti alle coste della Libia e in questi giorni gli scafisti tornano a far partire gommoni che si sgonfiano?”.

E pare ovvio, se guardiamo ai numeri. Prima della chiusura dei porti i morti erano molti di più. E, proprio quando riappare qualche nave Ong, ecco che ci sono altri morti: la loro presenza attira barconi. Induce gli scafisti a mettere in mare i clandestini con ogni mezzo.

E’ il cosiddetto “pull factor”.

“Folle attaccare noi delle Ong, più morti proprio perché ci bloccano”, titolava oggi Repubblica. Ma è una bugia.

Vediamo perché, osservando i dati sui decessi nel Mediterraneo centrale forniti dal Missing Migrants Project dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni.

Quando nel 2014 le Ong erano solo un miraggio ma l’Italia finanziava l’operazione Mare Nostrum (voluta da Letta), di morti in mare se ne contavano 3.165. Tanti, tantissimi. La missione terminò il 31 ottobre 2014 e l’anno dopo i decessi diminuirono fino a 2.877. L’annus horribilis è il 2016: tra l’Italia e la Libia annegano 4.581 immigrati, guarda caso proprio quando a 12 miglia dalle coste di Tripoli navigano quasi 12 navi umanitarie.

La strage va avanti fino a metà del 2017. Il calo di decessi inizia ad agosto: dopo le partenze in massa di Pasqua, Minniti decide di varare una stretta. Nasce il codice di condotta per le Ong, iniziano le inchieste, scoppia lo scandalo e l’Italia sostiene la Guardia costiera libica. Così le organizzazioni umanitarie cominciano a limitare le operazioni al largo della Libia e non solo gli sbarchi in Italia calano vertiginosamente, ma anche le tragedie si riducono: dai 4.581 immigrati morti nel 2016 si arriva ai 2.853 del 2017. Gran parte di questi avviene nei primi sei mesi (2.171), poi il numero crolla a 682 nei restanti sei mesi (cioè dopo la stretta di Minniti alle Ong).

Nel 2018 il ritornello si ripete. Le Ong abbandonano definitivamente il campo e intanto la Libia inizia seriamente ad intercettare i barconi. I morti scendono da 2.171 a 1.314. Con l’eccezione di giugno (564 decessi), grazie la chiusura dei porti disposta da Salvini ingressi e lutti si sono ridotti via via al lumicino: a ottobre dell’anno scorso ne sono morti solo 7 (contro i 431 del 2016), a novembre 24 (contro i 703 di due anni prima).

Certo: vedere inabissarsi 170 corpi in un solo giorno è un dramma inestimabile. Ma asserire che è per l’assenza delle Ong che aumenta il numero di migranti morti è una bugia. Bella e buona. Nel 2019, dal 1 al 20 gennaio, il contatore segna 23 immigrati dispersi. Anno scorso erano 179. Due anni fa 202.

Direte: il flusso si è spostato verso la Spagna. Vero. Ma sommando le tragedie nella rotta centrale (Italia), quella occidentale (Spagna) e quella orientale del Mediterraneo, il risultato non cambia: nell’ultimo anno le fatalità si sono ridotte notevolmente, dai 5.143 del 2016 ai 2.229 del 2018.

Ps: Ong e sinistra fanno notare che nel 2019 il tasso dei immigrati annegati rispetto alle partenze è notevolmente aumentato. Dal 1,6% del 2018, oggi sarebbe al 6,7%. Come mai? Semplice: gli sbarchi si sono ridotti, dunque è salita la percentuale. Una normale conseguenza matematica. Il dato, se non falsato, è quindi utilizzato in maniera pretestuosa. Domanda: ci interessa il tasso o il numero assoluto di migranti morti (in meno) dovuti alla politica dei porti chiusi?

Quindi, se davvero odiassimo gli africani, invece di volere che vivano a casa propria, finanzieremmo le Ong: perché è con la loro presenza che migliaia di africani muoiono affogati.

Perché sia chiaro: a loro non interessa salvare vite – sono un mero ‘tasso’ -, quanto, piuttosto, portarne il più possibile in Europa. Per loro meglio ne muoiano 5mila se riescono a portarne 200mila in Italia, piuttosto che 100 se gli sbarchi sono a zero.




Un pensiero su “Ong uccidono i migranti: con porti aperti 5mila morti, con i porti chiusi 117 (forse)”

  1. la soluzione è un bel blocco con presenza “fisica” di navi militari ai confini delle acque territoriali libiche. Chi ci prova verrà preso a sacrosante cannonate d’avvertimento fino a quando non invertirà la rotta per tornare da dove è venuto!

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