Come vedete c’è una linea rossa che lega i brigatisti rossi (questo ha partecipato al massacro della scorta di Aldo Moro) e chi oggi vuole l’immigrazione di massa:
Roba da matti. L’assassino comunista in vacanza in Svizzera mi dà lezioni di umanità! Rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia.
P.s. Se volete capire meglio chi è questa bella personcina: https://t.co/bFmUjkADvh pic.twitter.com/EEzVS9QdHv— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 19, 2019
Alvaro Lojacono, oggi, ha 63 anni. È uno dei condannati all’ergastolo per la strage di via Fani. Faceva parte del commando di terroristi delle Brigate Rosse che rapì Aldo Moro e che uccise gli uomini della sua scorta. Ma per l’agguato del 16 marzo 1978, Lojacono non scontò la sua pena in Italia.
Lojacono venne arrestato, per la prima volta, l’8 giugno del 1988, a dieci anni dal delitto Moro. E a disvelare il suo ruolo nel sequestro era stato il memoriale Morucci. Rimase in carcere, in Svizzera, per 11 anni. Nel maggio del 2000, in libertà condizionale, venne arrestato una seconda volta, in Francia, sulla base di sentenze definitive in Italia. E dopo quattro mesi e dieci giorni venne scarcerato. Secondo quanto riportato da Repubblica, però, oggi, per le autorità elvetiche, che lo avevano già condannato all’ergastolo per la sua militanza nelle Brigate Rosse, Lojacono non avrebbe più carichi pendenti. La sua pena, infatti, venne ridotta a 17 anni, che l’ex terrorista finì di scontare il 7 giugno 2005.