L’albanese Ermal Meta contro Salvini: “Ha ragione Baglioni”

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«Noi cantanti cosa dovremmo fare, stare zitti? Quando si avvicinano le elezioni ci chiedono di partecipare, di schierarci politicamente. Quando invece parla Claudio Baglioni ed esprime il suo pensiero fuori dal coro, il ministro dell’Interno lo bacchetta dicendo che di politica si deve occupare chi la fa e non chi canta canzonette…».

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Ermal Meta, il cantautore albanese ha affidato a un editoriale scritto per il giornale del gruppo Espresso La Stampa la sua difesa del direttore artistico, sotto attacco per le sue esternazioni pro migranti durante la conferenza stampa del Festival di Sanremo.

Evidentemente l’italiano è ancora un enigma per Meta. Nessuno se l’è presa con Baglioni per le sue opinioni in quanto persona o cantante, ma in quanto espresse durante la conferenza stampa di un programma pagato con soldi di tutti i cittadini. Cittadini che, per l’80 per cento, la pensano come Salvini.

«Baglioni è un uomo di buon senso e sui migranti ha detto solo cose giuste e condivisibili» scrive Meta, arrogandosi il diritto di decidere lui, albanese, quello che è giusto o sbagliato per l’Italia.

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«Attaccarlo, o strumentalizzarlo è un errore madornale. Stanno usando la paura dell’altro, la sventolano come uno spauracchio». La politica «sfrutta il tema migranti e lo trasforma in un’arma di distrazione di massa», argomenta l’albanese, chiarendo poi che più dei migranti, di gente scappata dalle guerre, si dovrebbero temere «il nepotismo, le mazzette, le infiltrazioni mafiose, i ponti che crollano…».

Voi e i deliranti spettacoli televisivi siete un’arma di distrazione di massa.

Ah, se ci fosse stato Salvini negli anni ’90…quante rapine, stupri e crimini in meno commessi dai connazionali di Meta.