Pizzarotti cita Gesù e dà i bimbi ai gay, Parroco: “Dimettiti”

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E’ scontro tra la Chiesa di Giuda, quella di Bergoglio, e quella di Cristo, dei tanti preti che non hanno ceduto all’entropia.

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Don Francesco Rossolini, Parma, sferra un duro attacco nei confronti del sindaco Federico Pizzarotti riguardo il riconoscimento dei figli comprati all’estero da coppie gay. «Deve dimettersi», conclude.

Don Francesco Rossolini, parroco di San Paolo Apostolo, in un video pubblicato su Youtube, replica alle affermazioni del sindaco, accusandolo di aver compiuto questo gesto «per avere un’alta risonanza mediatica».

Don Rossolini parte dalle affermazioni degli stilisti Dolce e Gabbana: «Non c’è religione che tenga, la famiglia è quella tradizionale, non ci convincono i bambini sintetici» per ribadire il valore della famiglia e invita il sindaco ad «essere super partes».

Vengono quindi riprese delle dichiarazioni di alcuni pediatri, contrari alle adozioni di coppie gay in quanto «il minore per formarsi ha bisogno di regole certe e condivise».

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«Pizzarotti sia umile e ascolti cosa dicono i pediatri – aggiunge don Rossolini – serve chiarezza nei ruoli».

Il parroco riprende quindi l’affermazione del sindaco: «La sottoscrizione di due genitori dello stesso sesso è un puro atto di anagrafe, un riconoscimento legale, non concettuale» precisando che «in materia di stato civile il sindaco agisce sotto la vigilanza del Prefetto quale ufficiale di governo e come tale, non ha il potere di riconoscere nessuno come padre e madre, ma indica all’anagrafe i nuovi nati e i loro genitori, che secondo la Costituzione (art 29) sono “sempre e solo un uomo e una donna”».

Secondo don Rossolini, e la legge italiana, la sottoscrizione degli atti di anagrafe da parte del sindaco «conferisce una grande pubblicità a Pizzarotti, favorendone le sue aspirazioni politiche, ma non è un atto di umanità, perché i bambini non sono mai di serie B, nemmeno quando figli di padre o madre soli. I bimbi sono sempre tutelati dalla legge. E’ una bugia dire che l’iscrizione all’anagrafe gli dà dei diritti». Il sacerdote ribadisce quindi le affermazioni del costituzionalista Vladimiro Zagrebelsky che afferma come «le trascrizioni di matrimoni contratti all’estero sono illegittime».

Partendo dalle parole del sindaco «dove c’è amore e cura, chi sono io per dire chi è o cos’è una famiglia?» don Rossolini riprende la notizia di una donna olandese che avrebbe sposato il suo gatto e quindi il proprio cane, invitando sarcasticamente il primo cittadino «a celebrarne le nozze, dato che a suo parere dove c’è amore c’è famiglia».

Quanto alla citazione da parte del primo cittadino del Vangelo di Giovanni «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me», il parroco riprende la locuzione latina «Sutor, ne ultra crepidam» (Ciabattino, non andare oltre le scarpe). «Dato che il sindaco si paragona a Gesù Cristo morto in croce – conclude don Rossolini – gli proponiamo un gesto clamoroso: ritirarsi, dimettersi. Sarebbe il modo più bello per dimostrare quanto gli stanno a cuore i diritti, pagando di persona. Magari otterrà gratitudine da chi non vede i propri diritti riconosciuti e anche quella di tanti altri parmigiani. Senz’altro anche la mia».