Di Maio ha assicurato che la norma avrebbe riguardato solo “coloro che sono cittadini italiani”. Del resto si chiama Reddito di Cittadinanza.
Ora pare che, invece, potrebbe andare a chi vive in Italia da 10 anni. Tutti sanno che non possiamo scrivere “agli italiani” perché i vincoli Ue non lo permettono, quindi si cerca un metodo perché sia così senza scriverlo.
Certamente, questo non basterebbe. E sarebbe un incredibile autogol per Salvini.
“La nostra norma sul reddito di cittadinanza è rivolta agli italiani – promette – Per fare questo innalzeremo il tetto dei lungosoggiornanti, in modo da rispettare le norme europee, ma allo stesso tempo per rivolgere la misura ai cittadini del nostro Paese. Quindi, quei 5 anni che si legge nella bozza del decreto è da modificare, sarà più alto”.
Vittorio Di Battista, papà di Alessandro non è d’accordo: “Torto ha chi, come dice un detto popolare, ‘chi croce non ha, pija dù zeppi e se la fà’ – scrive criptico su Facebook – Quindi? Quindi il reddito di cittadinanza si chiama reddito di cittadinanza e va dato a chi è cittadino e gode della cittadinanza. Punto”. Il ragionamento, in questo caso, non fa una piega. “Piantatela di arrovellarvi con i 5 anni, con i 10 anni, con la residenza, con i meritevoli e con quelli di passaggio – aggiunge – Mi sembra che di ‘crocì sia più che lastricata la strada di questo Governo e prendere ‘dù zeppì per farcene un’altra, sia sbagliato”.
Siamo certi che ci saranno altre clausole che ridurranno se non a zero a quasi zero il numero di immigrati: come la clausola Ceccardi-Lodi, del resto già inserita nel reddito di inclusione dalla Regione Friuli in questi giorni:
Perché Salvini sa che dare il Reddito di Cittadinanza agli immigrati sarebbe un suicidio: politico per lui, etnico per l’Italia. Perché finanzieremmo l’invasione.
Ci vogliono le stangate di cittadinanza, vuoi diventare italiano? 100 stangate