Primo bilancio della cura Salvini sui cosiddetti profughi ospitati in hotel e altri centri di accoglienza.

Prima del suo arrivo al Viminale, i migranti ospiti del sistema di accoglienza erano 165.080, oggi, ultimo giorno del 2018, dopo soli 6 mesi di governo e con il decreto Salvini approvato da appena 1 mese, sono 135.858: quasi 30 mila parassiti in meno nel giro di pochi mesi di governo.

Questo significa che anche senza il decreto Salvini, solo con le circolari e la chiusura dei porti, alla fine del 2019 avremmo avuto in hotel ‘solo’ 75mila sedicenti profughi. Con il decreto Salvini arriveremo a poche migliaia.

Ricordiamo che con il Pd al governo eravamo arrivati a sfondare quota 200mila ospiti. Roba da matti. Roba da piddini.

E se in passato si spendevano in media fino a 35 euro per immigrato al giorno, nei nuovi bandi è prevista una spesa tra un minimo di 19 e un massimo di 26 euro: cifre che, secondo gli operatori, rischiano di incidere in modo pesante su quantità e qualità dei servizi e mettono a rischio la sopravvivenza dei centri più piccoli. Che poi è l’obiettivo di Salvini: soffocare il business dell’accoglienza.

Con il decreto sicurezza e immigrazione, poi, è stato abrogato il permesso di soggiorno umanitario, viene ampliato il numero dei reati che comportano il diniego alla protezione internazionale, si prevede l’allontanamento del richiedente asilo che commette crimini. E ancora: esclusione del gratuito patrocinio per evitare “ricorsi temerari”, prolungamento da 90 a 180 giorni del trattenimento nei Cpr, accesso al circuito Sprar solo per i titolari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati.

Un complesso di norme che, secondo gli esperti dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, entro dicembre 2020 farà uscire dal sistema dell’accoglienza (e toglierà il permesso umanitario a chi non vive più in hotel) “almeno 140 mila unità”.

Ps. Ovviamente, il numero corretto di ‘profughi’ in hotel sarebbe ZERO. Anche perché abbiamo 20 mila italiani senzatetto.