Oggi, l’anno scorso, si scioglievano le Camere: iniziava la rivoluzione

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Oggi, un anno fa, il presidente abusivo della Repubblica, Sergio Mattarella, con 5 anni di ritardo, scioglieva finalmente il Parlamento.

Mettendo fine alla minaccia dello ius soli.

Si chiudeva così la peggiore legislatura della storia repubblicana iniziata con il voto del 24 e 25 febbraio 2013.

E iniziava la grande cavalcata che con le elezioni del 4 marzo avrebbe portato i populisti al governo e Matteo Salvini al ministero dell’Interno.

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Noi, ancora, non ci crediamo. Siamo passati dall’abisso dello ius soli imminente, ai porti chiusi. Dal business imperante dell’accoglienza al decreto Salvini. Dai vescovi che contavano i soldi, all’Ires raddoppiata per i loro utili.

Una rivoluzione in pochi mesi. Senza spargimento di sangue.

Ma la rivoluzione è ancora incompiuta: urge l’abrogazione dei famigerati ricongiungimenti familiari e il ritorno allo ius sanguinis. E serve, dopo le elezioni Ue, un ripensamento dell’Unione europea con più sovranità agli Stati.

Però, se pensiamo dove potevamo essere col Pd al governo, lasciateci guardare con speranza al 2019 che sta per arrivare. Perché la pacchia è finita, ma il bello deve ancora cominciare.




Un pensiero su “Oggi, l’anno scorso, si scioglievano le Camere: iniziava la rivoluzione”

  1. non posso fare altro che condividere il pensiero della redazione e augurare a tutti, redazione e lettori, uno splendido 2019!

I commenti sono chiusi.