Dopo 6 giorni passati a divulgare appelli lacrimosi per un porto di sbarco dei 33 migranti, @seawatchcrew riparte per la SAR della #Libia, ringalluzzita dopo aver letto un dispaccio di MRCC Roma che segnala un gommone alla deriva.
Anche @seaeyeorg sta accorrendo sul posto. pic.twitter.com/MS96058Obo— Francesca Totolo (@francescatotolo) 27 dicembre 2018
Questo è importante. Prima della svolta Salvini, il prete eritreo con la sua Alarm Phone riceveva telefonate da barconi in difficoltà e le girava alla nostra centrale della Guardia Costiera a Roma. Che inviava navi ovunque.
Ora non è più così. La nostra centrale gira gli allarmi veri o presunti alla Guardia Costiera libica che ha tutti i mezzi necessari per salvare i presunti naufraghi e riportarli indietro.
Ovviamente, le motivazioni delle Ong sono invece diverse: prenderli e portarli in Europa. Ad ogni costo.
Questo ‘scherzo’ all’Ong Sea Watch, che da giorni girovagava tra Malta e Lampedusa, sarebbe divertente se li lasciasse senza carburante davanti alla Libia invece che, come desiderato, tra Malta e l’isola italiana.
Sarebbe ancora meglio un colpo di mortaio e fine della storia