Altro che Presepe sul barcone, il parroco di San Torpete, il famigerato don Farinella, della parrocchia nei carruggi di Genova, ha pubblicato nei giorni scorsi una lettera, rivolta soprattutto ai media, ma anche ai fedeli, in cui delirava che Gesù Bambino è un profugo e annunciava la cancellazione della veglia di Natale:
Nel 2018, insiste don Farinella, non si può celebrare il Natale, anche per “obiezione di coscienza” al decreto “spudoratamente conosciuto come decreto sicurezza, sebbene sia un decreto di massima insicurezza e sfregio dei valori e dei sentimenti più profondi della democrazia e del diritto. Dietro parole roboanti, confuse e immorali, si nasconde la volontà determinata di colpire ‘i migranti’, proprio alla vigilia di quel Natale che celebra la nascita di Gesù, emigrante perseguitato dalla polizia di Erode, fuggito alla persecuzione, accolto in Egitto e ritornato a stabilirsi a Nazaret, dopo un viaggio allucinante e pericoloso attraverso il deserto del Neghev”.
Tutto questo, è l’attacco a fedeli e a Matteo Salvini, “avviene nel silenzio complice di un mondo cattolico che inneggia a un ministro che dondola un presepe di plastica, sventola un vangelo finto e illude con il Rosario in mano, senza suscitare un rigurgito di vomito dei cosiddetti cattolici da salotto”. In questo anno 2018, “se Gesù, con Maria e Giuseppe, si presentasse da noi per celebrare la sua nascita, col decreto immondo di Salvini, sarebbe fermato alla frontiera e rimandato indietro perché migrante economico, perché senza permesso di soggiorno e perché in Palestina non c’è una guerra ‘vecchia’ dal 1948″.
Insiste don Farinella: “Inneggiando Salvini, uomo incolto, senza alcun senso dello Stato e del diritto, i cattolici sono complici di lesa umanità e di ‘deicidio’ perché ogni volta che si fa un torto sul piano del diritto alla persona del povero, lo si fa direttamente a Gesù nella carne viva dei migranti. Con quale diritto i cristiani possono pretendere di celebrare il Natale di quel Gesù che il loro Paese, senza alcuna loro resistenza o protesta, espelle l’Uomo nel Figlio di Dio?”.
A pochi giorni del varo di questa legge col voto positivo di Luigi Di Maio “che si fa fotografare mentre bacia il sangue di San Gennaro (povero lui!), come è possibile aprire le chiese e baloccarsi con ninne-nanne, Tu scendi dalle stelle, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero Cristo è offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso”, si chiede don Farinella. Il decreto Salvini “è incostituzionale, e ‘prima gli italiani’ è un obbrobrio giuridico che fa straccio di secoli di conquiste di civiltà giuridica”. E i cristiani “non si vergognano di assistere ed essere conniventi di questo scempio“.
Quindi “non ci resta che assumere l’unico gesto di dignità rimasto: la nostra coscienza opposta come bastione di obiezione totale con atto pubblico, radicale, dirompente e inequivoco: la chiesa di San Torpete in Genova resterà chiusa perché per un Natale senza Cristo, un Natale senza Dio, perché Natale senza Uomo”. Possa la chiesa, “chiusa per fallimento, stimolare il pensiero e la riflessione dei credenti e quanti hanno coscienza”. Le celebrazioni, conclude don Farinella, riprenderanno con l’Epifania.
Ed ora, a poco più di ventiquattro ore dalle celebrazioni, è confermato. Niente Messa di Natale, in nome dell’islamizzazione e dell’immigrazione.
Speriamo che muoiano tutti di morte violenta
ORMAI LA CHIESA SI È CONVERTITA ALLISLAMERDA E DAL 2030 INIZIERANNO LE DECAPITAZIONI DI MASSA X GLI INFEDELI QUINDI PREPARATEVI ITALIANI CHI A FIGLI CAZZI AMARI L’ITALIANO SARÀ SCHIAVO SOTTOMESSO