Ancora razzismo contro gli italiani.
“Corridoi universitari” tra l’Etiopia e l’Italia per dare la possibilità a studenti rifugiati di proseguire il loro percorso accademico all’Università di Bologna.
È questo il delirante obiettivo del progetto Uni-Co-Re University Corridors for Refugees, promosso dall’Alma Mater dalla famigerata agenzia Onu per i rifugiati Unhcr (quella che distribuisce carte prepagate ai clandestini con i vostri soldi), e realizzato “grazie” al supporto di enti e istituzioni italiane e internazionali.
Il progetto è rivolto a studenti-profughi che si trovano ora in Etiopia e godono dello status di rifugiato. Nella fase “pilota”, attivata per i prossimi due anni accademici (2019/2020 e 2020/2021), saranno selezionati studenti che hanno conseguito una laurea in Etiopia e intendono proseguire gli studi in Italia.
Ma infatti. Se sei italiano devi pagarti gli studi, ma potresti fuggire in Etiopia e poi fare domanda.
Perché gli studenti-profughi potranno ottenere borse di studio per frequentare un corso di laurea magistrale dell’Università di Bologna. Per loro sono previsti servizi di supporto amministrativo e logistico, e percorsi di integrazione nella vita universitaria locale. Oltre al ruolo dell’Università di Bologna e di Unhcr Italia, l’attività di Uni-Co-Re sarà possibile grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ed al lavoro di un’ampia rete di partner: Arcidiocesi di Bologna, Caritas Italiana, Er.Go – Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell’Emilia-Romagna, Federmanager Bologna – Ravenna, Gandhi Charity, Manageritalia Emilia Romagna, Next Generation Italy. Uni-Co-Re si inserisce nell’ambito delle attività di Unibo for Refugees.
Quando si tratta di ‘loro’, tutti si mettono insieme per favorirli.
Gratis ci vorrebbe anche un cazzo di pvc per i bolognesi che hanno votato a sinistra