Invalida dopo aggressione profugo: “Perché già fuori?”

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Dopo quell’incidente, non può muovere il braccio destro, tanto meno la mano. E quindi non può scrivere. Vorrebbe, ma non può. E allora lo grida: «Per favore, arrestate quell’uomo che ha tentato di uccidermi spingendomi sotto una macchina. Potrebbe rifarlo».

La signora Rita, 57 anni, spinta sotto un’auto da un profugo:

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Ha appreso domenica che l’immigrato che l’ha spinta sotto le auto in corsa è stato scarcerato dopo nemmeno 24 ore. Secondo la Procura (che si è rifatta a precedenti sentenze della Cassazione) non c’erano i presupposti per la conferma della misura cautelare perché l’arresto era stato eseguito sulla base delle testimonianze dei passanti e non in flagranza di reato. Questo nonostante il profugo abbia il permesso scaduto e sia, di fatto e de jure, un clandestino.

La prossima volta chiama i poliziotti prima di farti lanciare sotto le auto, Rita.

«Ho letto che il mio aggressore è stato arrestato e subito rilasciato. Sono scioccata, sono sconvolta, non ci posso credere. È come se mi avesse aggredito una seconda volta».

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Ora Rita dovrà sottoporsi ad operazione: una placca per sistemare la frattura all’omero. In caso negativo, servirà una protesi permanente. Con la conseguenza, dice spaventata Rita, che «non potrò mai più lavorare, quell’uomo ha distrutto il mio futuro». Lei fa l’operatrice sanitaria a domicilio. Solleva dalle carrozzine gli anziani e i disabili, li accompagna, li assiste, li cura. Ora è disabile anche lei: «Con una protesi alla spalla, rischierò di restare invalida, rischierò di perdere il lavoro».

Ora è lei ad avere bisogno dell’avvocato: «Ma perché devo sbattermi così tanto per cercare qualcuno che possa difendermi, quando ho la ragione dalla mia parte?».

«Forse hanno sottovalutato la questione, ma io ho subito un tentato omicidio, questo è quanto accaduto. Ci sono le telecamere, ci sono i testimoni. Come è possibile che non sia stata dimostrata la flagranza di reato?».

«Ho perso la fiducia nello Stato. Che Stato è quello che lascia in libertà un potenziale omicida? Dobbiamo aspettare che succeda la stessa cosa a un’altra persona indifesa?».

«Vorrei ricevere una telefonata del ministro dell’Interno Matteo Salvini, sto cercando un suo contatto per parlarci. O magari una telefonata dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede. O magari, perché no, la visita del sindaco Dario Nardella».

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E’ probabile che al ministro Salvini la notizia della sua aggressione non sia arrivata, ma di certo è arrivata alla sindaca Nardella, che parla e sparla di ‘razzismo’, e poi se ne frega delle vere vittime: i suoi cittadini.

«Aiuto gli altri da una vita, gli anziani e i disabili. Adesso chiedo aiuto per me, è un miracolo se sono sopravvissuta».

«Ho sentito una spinta fortissima, per fortuna che la macchina che mi è venuta addosso stava andando pianissimo, era appena partita dal semaforo verde, altrimenti sarei morta».




2 pensieri su “Invalida dopo aggressione profugo: “Perché già fuori?””

  1. IN TOSCANA SONO QUASI TUTTI DI SX E LA SIGNORA RITA NON È DA MENO QUINDI SI ACCONTENTI DI QUELLO CHE GLI E SUCCESSO E LE CHIEDO A CHI CAZZO A DATO IL VOTO IN TUTTI QUESTI ANNI😡😡😡ANDATE AFFANCULO NON VI LAMENTATE MA SUBITE E RINGRAZIATE A CHI AVETE DATO IL VOTO. VAFFANCULO

  2. E’ indispensabile purgare la magistratura dalle toghe rosse, ed introdurre la responsabilità civile e penale dei giudici. Esenzione solo per eccesso di condanna in casi di mafia, terrorismo, crimini gravi contro la persona. Riconsiderare le norme più garantiste, devono appunto garantire i diritti del cittadino contro gli eccessi di zelo giustizialista, non l’impunità ai criminali per via di un qualche cavillo.

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