Sbarchi fantasma: 7mila clandestini islamici spariti nel nulla

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Pagano fino a cinquemila euro per la traversata dalla Tunisia alle coste meridionali della Sicilia.

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Sono i 7.698 clandestini sbarcati a piccoli gruppi sulle coste agrigentine e trapanesi da giugno 2017 ad ottobre di quest’anno.

Almeno questo è il numero di quelli rintracciati e identificati.

Quelli identificati sono quasi tutti tunisini e dunque migranti economici provenienti da un paese con cui l’Italia ha un accordo per il rimpatrio. Per questo è per loro essenziale tentare di non farsi individuare: come, del resto, i terroristi islamici.

Gli sbarchi fantasma accertati dal giugno dello scorso anno sono 241, ma secondo le forze dell’ordine nello stesso periodo altrettanti approdi sarebbero sfuggiti ai controlli.

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Ora, con la chiusura dei porti, i clandestini tunisini utilizzano la strategia delle ‘navi madri’, con l’appoggio di grandi pescherecci e navi mercantili tunisine che li traghettano fino a poche miglia dalle coste. Con questo sistema i barchini calati in mare dalle navi devono coprire solo poche miglia vicino alla costa prima di essere abbandonati sulle spiagge.

Sul tavolo del procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella sono arrivati tutti i nomi dei quasi 7.700 clandestini rintracciati sulle spiagge agrigentine e trapanesi: 2.392 da febbraio ad ottobre di quest’anno in 105 sbarchi fantasma.

Numeri che non tengono conto di tutti quelli non identificati. Secondo la procura di Palermo sono almeno altri settemila.

Gente di cui non si sa nulla. Terroristi, ex detenuti e criminali comuni.

A preoccupare Marzia Sabella è soprattutto l’organizzazione che gestisce la rotta tunisina con potenti gommoni capaci di coprire la traversata in poco più di tre ore di navigazione. In aprile il blitz della guardia di finanza coordinata dalla procura di Palermo azzerò il gruppo che gestiva gli sbarchi fantasma fra Marsala e Mazara del Vallo. Secondo gli inquirenti uno dei 13 fermati era sospettato di essere vicino ad ambienti terroristici tanto che nelle intercettazioni si parlò di un suo viaggio in Francia senza ritorno e di azioni pericolose. Lo stesso procuratore di Palermo Francesco Lo Voi il giorno degli arresti sottolineò come « questo sistema favorisce l’ingresso di migranti irregolari interessati a un trasporto via mare sicuro e disposti a pagare cifre più alte rispetto ai tradizionali viaggi sui barconi per evitare qualunque forma di controllo ed identificazione all’arrivo. Anche per questa ragione non può escludersi, ma non vi sono elementi precisi al riguardo, che potessero approfittarne anche soggetti pericolosi».