Lucano ladro seriale per i giudici: “lucrava sui migranti per ottenere voti”

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Dalla lettura dei nuovi atti del Riesame, emerge la figura, secondo i giudici, di un ladro seriale di fonti pubblici

«Soltanto di Città Futura sono 100 voti, mi sono fatto un conto, tutti quelli che lavoriamo». Così Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace nelle intercettazioni che lo incastrano. Come abbiamo scritto ieri, infatti, non solo matrimoni fasulli e milioni di euro scomparsi (non per vestirsi a quanto pare), ma anche voto di scambio:

Riesame inchioda Lucano: “Migranti in cambio di voti”

La sentenza del tribunale di Reggio Calabria che gli ha imposto il divieto di dimora a Riace, svela comportamenti che qualcuno potrebbe definire in stile mafioso nella raccolta del consenso: «Ad un certo punto ha perso la bussola ed il senso dell’orientamento della legalità, tanto da far prevalere sugli scopi e le ragioni umanitarie la voglia di apparire e di presentare all’esterno un sistema che era tutt’altro che perfetto» si legge nella sentenza firmata dal presidente della sezione, il giudice Tommasina Cotroneo.

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«Lucano – scrive il tribunale – non può gestire la Cosa pubblica né gestire denaro pubblico mai ed in alcun modo. Egli è totalmente incapace di farlo e, quel che ancor più rileva, in nome di principi umanitari ed in nome di diritti costituzionalmente garantiti viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti». Dagli atti, scrive il giudice, emerge «un Lucano afflitto da una sorta di delirio di onnipotenza e da una volontà pervicace ed inarrestabile di mantenere quel sistema Riace rilucente all’esterno, ma davvero opaco e inverminato da mille illegalità al suo interno».

Lucano calcolava i voti che poteva ottenere distribuendo il business dei finti profughi: «che gli sarebbero derivati dalle persone impiegate presso le associazioni e/o destinatarie di borse lavoro e prestazioni occasionali; persone, molte delle quali, inutili a fini lavorativi o addirittura non espletanti l’incarico loro affidato, sovrabbondanti rispetto ai bisogni, eppure assunte o remunerate anche in via occasionale per il ritorno politico-elettorale».

«Devo vedere le elezioni comunali di Riace, l’integrazione dei rifugiati, hai capito in quale ottica ragiono io?».Abbiamo capito.

Secondo i giudici il «brulicare di stratagemmi, emerso a piene mani dall’indagine, al fine di coprire i buchi contabili e giustificare le spese a seguito della chiesta rendicontazione da parte della Prefettura».

«Non può limitarsi il Lucano nel suo delirio di onnipotenza ed è per questo che è socialmente pericoloso e non gli può essere consentito di ricoprire cariche pubbliche e di gestire denaro pubblico».