“Ora Tobia è davvero mio figlio”. Nichi Vendola – che pure un paio d’anni fa sosteneva di non voler farlo diventare “una bandiera gay” – torna a parlare del bimbo del compagno Ed Testa, nato con l’utero in affitto quasi tre anni fa.
“Tobia è sempre stato mio figlio, ma il tribunale di Roma mi ha riconosciuto l’adottabilità e quindi da ora in poi porterà anche il mio cognome”, dice l’ex leader di Sinistra e libertà al settimanale Chi in edicola domani, “Per me e il mio compagno è innanzitutto una grande gioia. Poi, certo, è anche una battaglia vinta. Le polemiche sono state frutto di ignoranza, di superficialità, di volgarità. Viviamo nell’epoca degli odiatori seriali”. VERIFICA LA NOTIZIA
E a chi gli chiede cosa diranno a Tobia quando sarà in grado di capire come è nato, risponde che il bimbo sa già molto: “In realtà lui conosce sia la donna che ci ha donato l’ovulo sia la donna che lo ha portato in grembo“, rivela Vendola, “Ci scambiamo foto, video e telefonate. Mio figlio saprà tutta la verità su come è venuto al mondo”.
La “donna che ci ha donato l’ovulo” e la “donna che l’ha portato in grembo”: frasi orripilanti. Il commercio dei bambini che viene legalizzato da tribunali che si rifiutano di applicare la legge. Legge che definisce illegale l’utero in affitto.
La nuova schiavitù, ovviamente a pagamento. Le femministe hanno nulla da dire?
Un pensiero su “Vendola: ‘Ora Tobia è mio figlio: può vedere donna ovulo al telefono’”
fossi nei panni di quello sventurato bambino mi vergognerei di portare quel cognome e, quando possibile data l’età, ne chiederei la sostituzione con quello della “vera” madre!
fossi nei panni di quello sventurato bambino mi vergognerei di portare quel cognome e, quando possibile data l’età, ne chiederei la sostituzione con quello della “vera” madre!