Questo prefetto dà le casette agli abusivi che lavorano in nero

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Indetta dal Prefetto Michele di Bari (sembra un cantante), si è svolta, presso questo Palazzo del Governo, una nuova riunione alla quale hanno partecipato il Questore, i Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il Comandante della Polizia Metropolitana, il Sindaco di San Ferdinando, Rappresentanti della Protezione Civile regionale e delle organizzazioni sindacali di categoria, per fare il punto della situazione rispetto all’incendio verificatosi la notte del 1° dicembre scorso nella baraccopoli di San Ferdinando.

Si è provveduto al trasferimento presso la nuova tendopoli dei 30 immigrati che alloggiavano nelle baracche distrutte, provvedendo, nel contempo, a venire incontro alle loro prime esigenze.

Le attività sono proseguite nella giornata odierna con la consegna di 10 tende, allestite con 30 posti letto ed effetti letterecci a cura della Protezione Civile della Città Metropolitana, coadiuvata da associazioni di volontariato. Il Ministero dell’Interno, attraverso il CAPI, ha fornito, inoltre, al Comune di San Ferdinando 500 sacchi a pelo e ulteriori 470 coperte per ogni ulteriore necessità e sono stati assegnati alla stessa baraccopoli, 2 padiglioni igienici mobili che verranno montati dalla Protezione Civile Regionale. Nella riunione, il Prefetto, dopo avere illustrato le iniziative già messe in atto, ha confermato l’impegno delle Istituzioni per garantire condizioni di accoglienza dignitose per i lavoratori extracomunitari. In particolare verrà verificata la possibilità di allestire moduli abitativi in un sito idoneo per l’accoglienza dei migranti presenti presso la baraccopoli.

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È prevista, inoltre, ricorrendone i presupposti di legge, una sistemazione in ambito SPRAR.
Gli esiti di questi accertamenti saranno valutati nel corso di un’ulteriore riunione del Tavolo permanente, istituito dallo scrivente, già convocata il prossimo 12 dicembre con la partecipazione del Presidente della Regione Calabria.

Una barzelletta. Gli SPRAR vanno svuotati, come da decreto Salvini, non riempiti da abusivi che lavorano in nero nei campi.

Un immigrato che lavora deve potersi garantire una casa. Se non può, significa che il suo lavoro in Italia è inutile e avviene solo perché disposto a farsi pagare una miseria in condizioni miserevoli. Danneggiando così il tessuto sociale, impedendo ad italiani di farlo e all’utilizzo di tecnologie ormai pervasive nell’agricoltura in paesi avanzati.

Abbiamo un prefetto che distribuisce tende e moduli abitativi ad abusivi che lavorano in nero. La legalità, questa sconosciuta.




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