Immigrati si portano via 5 miliardi di euro: tassiamoli

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Vox ne parla da tempo, ora sembra che il momento sia, finalmente, arrivato

Cinque miliardi di euro che escono dall’Italia e finiscono in altri Paesi. È questo il conto dei soldi inviati dagli immigrati “a casa”: sono le rimesse degli stranieri, secondo le stime di Bankitalia.

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Secondo le analisi fatte dalla Banca d’Italia, infatti, gli immigrati che vivono e lavorano a vario titolo nel Belpaese spediscono a casa una parte dei loro stipendi per un totale di 5 miliardi di euro. “Un quarto delle rimesse – fa notare Paolo Grimoldi, deputato della Lega e vice presidente della Commissione Esteri della Camera – oltre il 23% circa 1,2 miliardi, è stato effettuato dagli immigrati presenti in Lombardia, circa l’11%, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano, è stato effettuato dagli immigrati presenti nell’area di Milano”.

Ciò che contesta il leghista è che “tutti questi soldi ovviamente non sono entrati nel nostro circuito, non sono stati spesi o investiti in Italia, non hanno fatto girare la nostra economia, eppure i mittenti di queste rimesse da 5 miliardi hanno usufruito del nostro welfare, dei nostri servizi, delle nostre infrastrutture. Tutti quelli a sinistra, incluso il presidente INPS, Boeri, che si riempiono la bocca a sproposito sui vantaggi economici portati dagli immigrati dovrebbero considerare anche questo aspetto: su quello che qui ricevono in servizi e che non ricambiano in tasse e contributi”.

Volume delle rimesse dall’Italia per paese di destinazione e stima della tassa 1,5%
Primi 15 Paesi Rimesse inviate, 2017 (Milioni Euro) Distribuzione % sul totale rimesse Stima tassa 1,5% (Milioni Euro)
ROMANIA 708,5 14,00% Non applicabile (Ue)
BANGLADESH 532,65 10,50% 8
FILIPPINE 325,6 6,40% 4,9
SENEGAL 309,07 6,10% 4,6
INDIA 293,44 5,80% 4,4
SRI LANKA 280,28 5,50% 4,2
MAROCCO 277,22 5,50% 4,2
PAKISTAN 232,45 4,60% 3,5
PERU’ 184,76 3,60% 2,8
UCRAINA 153,73 3,00% 2,3
CINA 136,49 2,70% 2
ALBANIA 128,07 2,50% 1,9
ECUADOR 120,09 2,40% 1,8
GEORGIA 110,02 2,20% 1,7
REP. DOMINICANA 93,85 1,80% 1,4
Totale Extra Ue 4.133,48 81,40% 62
Totale Rimesse 5.075,12 100,00%  

Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Banca d’Italia

La Lega ha proposto una tassa sui money transfer, che colpirà tutti i trasferimenti di denaro verso Paesi extra Ue. Si parla di un emendamento al decreto fiscale depositato in commissione Finanze al Senato, che prevede una imposta dell’1,5% da applicare a tutte le operazioni dai 10 euro in su, escluse le transazioni commerciali. Le maggiori risorse verrebbero destinate al Fondo infrastrutture.

E’ ora che gli immigrati paghino per le infrastrutture che utilizzano e che sono state costruite nei secoli dagli italiani.

Le chiamano rimesse, è una sorta di furto legalizzato al sistema economico italiano

Un dissanguamento continuo, ogni anno. Anche lo scorso anno, gli immigrati hanno sottratto ingenti risorse all’Italia. Non solo i costi, enormi, di accoglienza e quelli sociali, ma anche le rimesse: 5 miliardi di euro usciti dal nostro sistema economico e inviati dagli immigrati nei loro paesi d’origine tramite le banche, la posta, o i money transfer. E sono solo quelli ufficiali.

La Romania si conferma in testa alla classifica dei paesi che hanno ricevuto nel 2017 flussi di denaro dall’Italia, definibili come rimesse dei migranti. La comunità romena presente nella penisola ha fatto pervenire in patria circa 708 milioni di euro, cifra questa che, se paragonata a quella registrata nel 2016 (€ 777 mln), evidenzia un calo di quasi nove punti percentuali.

Al secondo posto si trova il Bangladesh con 532 milioni di euro, che rispetto all’anno precedente (€ 486 mln), registra un incremento di quasi dieci punti percentuali mentre la terza posizione è ricoperta dalle Filippine con 325 milioni di euro (-2,8 rispetto al 2016); la quarta dal Senegal con 309 milioni (+10,8%).

Ogni anno perdiamo 5 miliardi di euro ‘grazie’ ai migranti

La classifica continua con India, Marocco, Sri Lanka e Pakistan, tutti paesi che hanno catalizzato flussi di denaro superiori ai 200 milioni di euro; tra questi spicca la performance degli ultimi due che sono aumentati rispettivamente del 14,5% (da 244 a 280 milioni di euro) e del 16,0% (da 200 a 232 milioni di euro).

Il volume complessivo delle rimesse inviate dai migranti presenti in Italia verso i loro paesi di origine ha oltrepassato lo scorso anno i 5 miliardi di euro (€ 5.075.116.000), rimanendo praticamente sullo stesso valore di quanto registrato nel 2016, quando Più esattamente nel 2017, rispetto al 2016, si è registrato un incremento in valori assoluti di quasi 1,5 milioni di euro, impercettibile anche se espresso in punti percentuali (0,01%).

Naturalmente questi numeri si riferiscono a quanto viene spedito dai migranti per il tramite dei canali formali, ossia le banche, la posta e, soprattutto, i money transfer; i flussi non tracciati, quelli informali come i parenti e gli amici, non sono compresi (peraltro difficilmente quantificabili.

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Tra i primi 30 paesi di destinazione, si nota l’ingresso del Mali (quasi 33 milioni di euro) e della Serbia (oltre 29 milioni) ed anche un considerevole incremento del flusso verso Egitto, Georgia e Pakistan (superiore per tutti questi paesi di 15 punti percentuali rispetto al 2016).

La nazionalità cinese ribadisce nel 2017 il trend di decrescita del flusso di denaro che, rispetto all’anno precedente, si abbassa fino a quota 137 milioni di euro, il 42,5% in meno, ben lontano da quanto venne registrato nel 2012, quando il valore delle rimesse verso la Cina fu di circa 2,7 miliardi di euro.

Oltre il 23% delle rimesse sono state inviate dalla Lombardia (€ 1.179.991.000), che si conferma così, anche per il 2017, in testa alla classifica per regioni. A seguire il Lazio (15,2%), l’Emilia-Romagna (9,1%) la Toscana ed il Veneto (entrambe intorno al 9%). In generale, dalle regioni del Nord sono state generate più della metà delle rimesse totali (54%) e da quelle dell’Italia centrale oltre un quarto (27,2%).

A livello provinciale è Roma a guidare la classifica con un flusso di rimesse inviate di oltre 661 milioni di euro, corrispondente al 13% del totale nazionale e leggermente inferiore a quello registrato nel 2016 quando fu di oltre 670 milioni. Al secondo e terzo posto si collocano rispettivamente Milano (€ 580.384.000) e Napoli (€ 203.207.000), quindi Brescia, Firenze, Torino, Bologna, Verona e Bergamo, tutte province con un volume superiore ai 110 milioni di euro. Da notare, a conferma di quanto detto circa la cronica riduzione delle rimesse verso la Cina, che la provincia di Prato ha registrato nel 2017 una contrazione rispetto al 2016 del 35,9%.

E’ una cifra che non viene mai considerata nei costi-benefici dell’immigrazione: eppure ha un impatto devastante. Sono soldi che escono ogni anno dal sistema Italia e non circolano più, impoverendoci.

Ogni anno, partiamo con il PIL con l’handicap a meno 5 miliardi di euro.

Se i lavori che fanno gli immigrati li facessero gli italiani disoccupati (5 milioni entrambi i ‘gruppi’), questi soldi rimarrebbero in Italia, e sarebbe un processo di crescita virtuoso.

E non è solo una questione economica. Tra i beneficiari delle ingenti somme di denaro che dall’Italia arrivavano all’estero attraverso i money transfer gestiti da immigrati a Brescia e provincia, ad esempio, ci sono anche esponenti legati al terrorismo islamico.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Brescia dal gennaio del 2009 alla primavera del 2012 attraverso diversi money transfer bresciani e nazionali sarebbe passata una somma che supera i 7,2 miliardi di euro con la quota di riciclato che sfonda i 3,5 miliardi di euro. Coinvolti oltre ai titolari stranieri di internet point e altre attività di città e provincia da cui partiva il denaro ci sono pure i rappresentanti legali di sette società che operano nel settore del trasferimento di denaro e alcuni loro responsabili dell’antiriciclaggio.

Solo una delle società coinvolte (sede legale nel Regno Unito e domicilio fiscale a Roma) avrebbe trasferito più di 3 miliardi di euro in oltre 2,5 milioni di operazioni, un milione e mezzo delle quali illecite, per una somma “riciclata” che supera i 2,3 miliardi di euro.

Fuga di capitali: in 2016 i migranti hanno portato via dall’Italia 4,5 miliardi

Sono cifre mostruose. Una montagna di passaggi di denaro operazioni che avrebbero garantito alle società che raccoglievano le commesse proventi illeciti per quasi 400milioni di euro. A fare partire l’indagine della Procura di Brescia chiusa nel maggio di due anni fa la segnalazione dei carabinieri che nella loro attività di contrasto all’immigrazione clandestina avevano osservato come soprattutto nel centro storico di Brescia avessero sede decine di money transfer collocati anche in attività, parrucchieri o negozi di alimentari gestiti da stranieri ad esempio, che poco avevano a che fare con il settore delle transazioni finanziarie ma che invece avevano per le mani grandi somme di denaro che arrivavano da spaccio, prostituzione e «sospette aderenze con la sfera legata al terrorismo di matrice islamica».

Nell’inchiesta della sono così finite una ventina di attività sparse tra il capoluogo e la provincia (Desenzano, Lonato e Sarezzo) dove titolari e dipendenti eseguivano le operazioni di trasferimento senza indicare le generalità di chi sui rivolgeva a loro (venivano utilizzati talvolta codici fiscali e identità fittizie) e senza essere iscritti nell’albo degli agenti in attività finanziaria. Migliaia le operazioni irregolari per un controvalore che supera gli 8 milioni di euro. Tra gli indagati c’è anche il responsabile dell’agenzia Madina Trading di corso Garibaldi a Brescia l’attività dove sarebbero stati attivati i telefoni cellulari utilizzati nell’attentato di Mumbai del 2008 e partiti soldi per finanziare attentati in India.

Uno dei più grandi danni fatti al tessuto sociale italiano sono state le famigerate liberalizzazioni di Bersani durante i governi PD, che hanno di fatto dato il via libera alla diffusione sul territorio di migliaia di covi di attività commerciali più o meno lecita ma comunque sempre dannose gestite da immigrati. Che, tra le altre cose, oltre ad infestare i nostri quartieri e renderli sempre più invivibili trasformandoli in territori stranieri, servono per veicolare soldi al terrorismo islamico.

Parliamo di miliardi di euro che escono illegalmente dall’Italia. Roba che fa impallidire le finanziarie. L’immigrazione ci sta impoverendo, drena denaro dall’attività economica. Lo fa ufficialmente, con le rimesse registrate e illegalmente. E poi ‘boom’.




Un pensiero su “Immigrati si portano via 5 miliardi di euro: tassiamoli”

  1. i cosiddetti “money transfer” dovrebbero essere chiusi per legge, ma visto che non lo faranno, bisognerebbe ritornare al passato, cioè al vincolo dell’autorizzazione della Banca d’Italia per trasferire importi di danaro all’estero, ma ciò presupporrebbe che la Banca d’Italia sia di nuovo di proprietà esclusiva dello Stato e che, implicitamente, sia la sola entità autorizzata ad emettere moneta, ma questo supporrebbe ancora che l’Italia si sia ripresa innanzitutto la propria sovranità per intero.

    Quante cose da fare in una catena lunghissima. Ma esiste un metodo molto semplice per ottenere tutti questi benefici e che consiste nel fare inizialmente solo due cose:

    Fanculo all’euro
    Fanculo all’unione “sovietica” europea

    Dopo di ciò saremmo liberi di fare ciò che vogliamo.

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