Incinta del suo stupratore islamico: vogliono dargli suo figlio – FOTO

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Sammy Woodhouse (foto in alto all’epoca appena precedente gli stupri) è una delle piccole vittime degli stupri etnici di massa delle gang islamiche di Rotherham, in Inghilterra:

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Sammy, come abbiamo scritto anni fa, è rimasta incinta. Troppi stupri, troppe violenze. Al tempo il suo nome non era conosciuto, per proteggerla gli inquirenti la indicavano come ‘Sarah’:

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“Mi ha messo incinta la prima volta a 14 anni e mi ha obbligato ad abortire. Poi mi ha messo di nuovo incinta a 15. E ho tenuto il bambino”. In caso di stupro etnico l’aborto è l’unica decisione da prendere. Anzi, in caso di stupro tout court, ma se ‘etnico’ c’è una ragione in più.

Sammy non è la sola ad essere rimasta incinta del suo stupratore. Ma è la sola, almeno della quale siamo a conoscenza, che è stata costretta dall’ennesima decisione choc di un ufficiale inglese a far vedere suo figlio al proprio stupratore: Arshid Hussain (foto in alto).

“Dopo che è stato condannato a 35 anni, gli hanno detto che avrebbe potuto fare richiesta per ottenere la custodia. Una cosa assurda perché lui è un pericolo per mio figlio e per gli altri bambini. Lui è in prigione e non dovrebbe essere autorizzato a prendere nessuna decisione su mio figlio. Né ora né mai”.

L’autorità locale di Rotheram, la stessa che non ha mai fatto nulla per impedire gli stupri di massa e che, invece, ha messo a tacere lo scandalo in cambio di voti della ‘comunità pakistana’, ha invitato lo stupratore a chiedere la potestà genitoriale sul bambino.

Il Consiglio, una sorta di autorità legale a metà tra servizio sociale e rappresentanza politica, ha contattato l’aggressore e gli ha offerto la possibilità di ricevere le visite del figlio.