Censura digitale in Francia: sito razzista bloccato

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In Francia prove tecniche di dittatura digitale. La magistratura ha deciso il blocco di un sito internet francese con sede all’estero.

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Non potendolo sequestrare, visto che negli Usa, a differenza che in Francia, il Primo Emendamento garantisce ai cittadini il diritto illimitato di espressione (la libertà di dire quello che si vuole è il diritto più importante), hanno imposto ai provider di bloccare l’accesso dalla Francia.

Il motivo è che il sito è ‘razzista’. Più specificamente ‘antisemita’.

E in effetti lo è. Ma non è questo il punto: noi non condividiamo cosa scrive ‘Democratie Partecipative’, ma chi decide cosa si può o non si può dire, un giudice? Un sito che scrive cose che non condividiamo deve, per questo, essere chiuso? E allora i siti antifà che organizzano le violenze? Questo apre scenari distopici.

Chiunque ama la libertà dovrebbe essere inorridito dal blocco di un sito internet. Anche se, in questo caso, di un sito apertamente antisemita.

Vi siete mai chiesti perché non bloccano i siti porno, ormai facilmente accessibili anche ai bambini, e invece bloccano quelli ‘razzisti’: perché i primi servono a non farvi pensare (un po’ come il calcio), i secondi vi fanno pensare troppo.

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E non crediate che si fermino ai neon-nazi. Loro sono solo l’obiettivo più semplice: la cavia sulla quale il sistema sperimenta la censura. Poi verremo noi, perché siamo contro l’immigrazione e la sostituzione etnica.

Ps. Anche negli Usa esiste la censura. Ma non la porta avanti lo Stato, che non può, lo fanno le grandi multinazionali di Big Tech coprendosi dietro la scusa di essere ‘entità private’, quando invece sono monopoli.




2 pensieri su “Censura digitale in Francia: sito razzista bloccato”

  1. Ottima citazione riguardo alla pornografia – avrebbe meritato una precisazione extra: chi gestisce la pornografia festeggia Hanukkah.

  2. Ai francesi abbiamo insegnato noi evidentemente.
    Magari gli abbiamo ceduto la staffetta, dato che qui in Italia alcuni siti un tempo censurati dai “democratici” sono recentemente tornati visibili (tipo l’interessante Holywar.org), mentre stanno cominciando a praticare questo genere di censura oltralpe.
    Problemi che si risolvono con una VPN e se ne trovano diverse gratuite e ben funzionanti facendo una breve ricerca.

I commenti sono chiusi.