Volantini choc contro gli sgomberi con tanto di vademecum su come comportarsi per impedirli. Sono comparsi a Milano, nei quartieri popolari ad alta percentuale di occupazioni abusive, incollati su cabine telefoniche e muri. Corvetto, San Siro, Lorenteggio, Barona. Tutte periferie difficili, tutte zone in cui ogni giorno o quasi vengono sfondate porte per intrusioni illecite negli appartamenti di Aler o Comune. Nessuna firma ma il sospetto è che dietro questa operazione ci sia la mano di gruppi anarchici e militanti di centri sociali. Il primo “nemico” da combattere? La polizia.
È scritto nero su bianco. Non c’è tempo da perdere, il messaggio: in caso di emergenza, «gli amici e i sodali possono andare in fretta nei pressi della casa che viene sgomberata per disturbare le operazioni poliziesche». Non solo: si invita tutto il quartiere a reagire contro le forze dell’ordine. «I vicini, i passanti e i curiosi possono fermarsi, stare a guardare e dire la loro. Anche i piccoli gesti possono aiutare a far capire che chi viene sfrattato non è solo e che la polizia non è la benvenuta». Prima che sulle scritte, però, lo sguardo si posa sulle vignette. E sono tre, con disegni chiari, facilmente comprensibili anche da chi non conosce bene l’italiano, con i poliziotti dipinti come i cattivi con scudi e manganelli. Nei «piccoli suggerimenti», testuali parole, le persone sono invitate a rovesciare sugli agenti dei «solidi» (in una delle illustrazioni, due persone stanno per buttare una lavatrice da un balcone) e «liquidi» non meglio specificati.
Prima ancora, a «emettere suoni» e a «far chiasso» per attirare l’attenzione e creare scompiglio. Tutto con l’obiettivo di ostacolare le operazioni e impedire lo sgombero. Non una parola su chi, in lista di attesa, attende un’assegnazione. Nemmeno sulle sentinelle, gli inquilini regolari che contrastano le occupazioni. Anche in questo caso c’è chi «fa chiasso» ma con l’obiettivo opposto di allertare le forze dell’ordine e far vincere la legalità.
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