Zuccaro inarrestabile: dopo Aquarius arresta 21 mafiosi

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I media di distrazione di massa stanno diffamando il grande procuratore di Catania Zuccaro, per tentare di stendere una cortina fumogena intorno al caso Aquarius-Msf.

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Dicono che non si occupa di mafia, ma ‘solo’ delle ong. Come se occuparsi di chi scarica 24 tonnellate (!!!) di rifiuti infetti a casa nostra non fosse importante, come se le ong non fossero una mafia.

Ma, oltretutto, non è nemmeno vero. Zuccaro si occupa contemporaneamente di molti casi.

Poche ore dopo avere annunciato gli esiti dell’inchiesta ‘Borderless’ su Aquarius e Msf, Zuccaro ha colpito anche il mondo delle scommesse illegali gestite da ambienti mafiosi. Operazione ‘Revolutionbet2’.

“Da questa operazione emerge come si possa acquisire profitto di notevole portata correndo dei rischi minimi perché in questo settore le sanzioni sono veramente molto, ma molto lievi. L’allarme sociale è notevole perché vediamo che questi centri scommesse illegali non operano per il sottile. Chiaramente, utilizzando queste piattaforme illegali, consentono l’accesso anche a minorenni. L’altro aspetto che desta allarme sociale riguarda l’immissione di questi profitti nei circuiti economici leciti. I danni per l’economia vera sono notevoli”. E’ quanto ha dichiarato Carmelo Zuccaro, Procuratore di Catania, sull’operazione “Revolutionbet 2”, che ha portato all’arresto di 21 persone.

Con l’operazione di ieri mattina, si è conclusa la fase che riguarda le misure cautelari personali nei confronti del clan Santapaola, “andremo avanti – ha concluso Zuccaro – per quanto riguarda il recupero dei profitti illeciti perché li hanno schermati, distribuendoli in tanti Paesi esteri. E poi c’è anche da considerare il possibile recupero del prelievo fiscale, che è stato interamente sottratto all’Erario e che speriamo di recuperare”.

È il secondo capitolo dell’inchiesta Revolution bet quello illustrato oggi in conferenza stampa da magistrati e forze dell’ordine. Ai 15 fermi – poi convalidati – effettuati sette giorni fa si aggiungono le 21 persone che questa notte sono state poste agli arresti. Quattro in carcere, gli altri ai domiciliari. Il cuore dell’inchiesta rimane invariato: il lavoro della procura scandaglia il comportamento del gruppo Placenti, ritenuto affiliato al clan mafioso Santapaola-Ercolano, e il suo presunto arricchimento, basato sullo sfruttamento illegale delle scommesse sportive e del gaming on line. Dietro lo schermo legale della skin RevolutionBet365, i cui nuovi proprietari sono estranei alle indagini. La settimana scorsa la procura aveva colpito i presunti «promotori e organizzatori» del sistema. Oggi, invece, sono finiti in cella altri quattro presunti affiliati al clan, ovvero il 44enne Bartolo Augusta, il 34enne Giovanni Di Stefano, il 35enne Alfio Saitta e il 41enne Emanuele Trippa. Figure che avrebbero svolto «mansioni da gregari deputati alla gestione dei centri scommesse on line su tutto il territorio isolano», con tanto di simanata, una sorta di stipendio.

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E c’è poi, tra chi va ai domiciliari, un volto noto della politica locale: il vice sindaco di Misterbianco Carmelo Santapaola, cugino dei fratelli Placenti, a cui viene contestata l’intestazione fittizia dell’Orso bianco caffè, locale sequestrato pochi giorni fa. Vicenda che questa testata ha raccontato nei giorni scorsi. Ma nella coda dell’inchiesta emergono nuovi, interessanti dettagli sulle relazioni esterne della cosca, che si muovevano in direzione ovest per giungere «quasi» a Matteo Messina Denaro, e in direzione nord verso Napoli. Per estendere il più possibile – ne sono convinti gli inquirenti – la rete di gioco. Ora, avverte il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro, le indagini si concentreranno sul recupero del denaro non versato all’Erario.

È il 2011 quando le telecamere dei carabinieri filmano un incontro di Francesco Guttadauro, oggi al 41 bis, nipote prediletto della primula rossa Matteo Messina Denaro, con Alfio Saitta ed Emanuele Trippa. I vertici dei carabinieri spiegano che «i due catanesi sono in cerca di referenze per “allungare” gli affari e aprire sale scommesse in Sicilia Occidentale». Ma non c’era solo la famiglia mafiosa di Castelvetrano nel portfolio di relazioni del clan Placenti. Gli investigatori avrebbero documentato contatti e incontri con il clan camorristico Nuvoletta, stanziato a Marano di Napoli, in Campania. Nel corso di una di queste trasferte, culminata poi in un vertice a Giugliano, i catanesi vengono controllati dal commissariato del Comune campano. Gli interlocutori si chiamano tra loro «fratelli». Ma, al di là della fratellanza, chi indaga ritiene che l’abboccamento servisse anche stavolta per espandere gli interessi dei Santapaola nel settore del gaming.

C’è poi la traiettoria del denaro, che veniva fatto uscire dall’Italia, ripulito all’estero per poi rientrare sciacquato nel Belpaese. I tre magistrati che hanno coordinato le indagini (ovvero l’aggiunto Francesco Puleio, Marco Bisogni e Giuseppe Sturiale) hanno effettuato rogatorie in Inghilterra, Spagna, Olanda, Germania, Malta e nell’Isola di Man. Nel complesso, sul territorio nazionale e all’estero, sono stati eseguiti sequestri finalizzati alla confisca da circa 70 milioni di euro. «Tra il 2016 e il 2017, in otto mesi – precisa Zuccaro – sul solo sito revolutionbet.com sono transitati oltre 20 milioni di euro». Altri 21 sono stati individuati in alcune società all’Isola di Man, «una delle casseforti del gruppo», aggiunge Bisogni.

Oltre al denaro liquido, i sigilli sono scattati su 207 conti correnti accesi in Italia, Isola di Man, Austria, Gran Bretagna e Malta. E ancora 42 immobili, 36 attività imprenditoriali (sale gaming, ma anche bar, auto rivendite e una palestra), 24 centri scommesse a Messina, Catania e Siracusa e nove automobili. Infine un mezzo arsenale: due revolver, una carabina, un fucile semi automatico, uno a pompa, due moschetti, una baionetta e numerose munizioni. Con riferimento al versante «esterno» delle attività di verifica, i magistrati hanno indicato come chiavi di volta l’agenzia Eurojust e la collaborazione degli inquirenti inglesi e spagnoli. Le indagini sono state svolte dalla guardia di finanza, che ha approfondito il sistema fisico e digitale del mondo delle scommesse, e dai carabinieri, che hanno invece scavato nell’organico dei Placenti. Il tutto con il coordinamento della procura e il «sostegno» fornito dalle dichiarazioni del pentito delle scommesse Fabio Lanzafame.

Questo è un magistrato. Sosteniamo Zuccaro.