Il mito di Enea ci insegna a respingere i migranti

Vox
Condividi!

E’ evidente come gli immigrazionisti giochino sulla conoscenza superficiale dei miti e della storia.

Pittori, musicisti, atleti, cantanti, poeti, registi, fotografi, scrittori.. e supereroi! Non perderti le 12 incredibili storie che parlano di loro#SupermanEraUnRifugiatoEdizioni Piemmee #ilbattelloavapore

Posted by UNHCR Italia – Agenzia ONU per i Rifugiati on Sunday, November 18, 2018

Vox

Se c’è un messaggio nel mito di Enea è: non fidarti dei migranti.

Enea era uno dei sopravvissuti alla guerra di Troia. Aveva visto cadere la sua città, perché i suoi concittadini buonisti, ignorando i disperati avvisi del Salvini di turno, fecero entrare in città il famoso cavallo (che poi era in realtà una nave, un barcone).

Più simbolico di così.

Ed è per questo che il discendente di Enea, Romolo, la prima cosa che fa appena fonda Roma, è segnare il confine, il limes: e uccide persino il fratello Remo, che aveva osato oltrepassarlo.

Il messaggio del mito è chiaro, ed è opposto a quello demenziale dell’Unhcr: non fare entrare gli stranieri.