I cosiddetti ‘femminicidi’, che non sono mai stata un’emergenza, tutt’altro:
Sono ulteriormente in calo. Nei primi nove mesi del 2018 il numero delle donne uccise è calato di 3 unità (da 97 a 94 casi), ma – puntualizza la polizia – solo in 32 casi si può propriamente parlare di “femminicidio”.
Che è un reato non ‘comprimibile’, nel senso che non puoi eliminare la follia: come nel caso delle mamme che uccidono i figli perché la depressione le convince che sia il modo migliore di proteggerli. Ma nessuno parla, giustamente, di ‘emergenza infanticidio’.
E comunque, anche nel cosiddetto ‘femminicidio’, dominano ‘loro’:
Femminicidio: migranti uccidono 3 volte più donne degli italiani
E poi:
Il ‘femminicidio’ è solo un business demenziale. Una bufala mediatica creata ad arte per distogliere l’attenzione dai veri pericoli: l’immigrato che stupra, ad esempio.
Ci sono tutte le contraddizioni ipocrite del buonismo di sinistra: da una parte si strilla al femminicidio, dall’altra lo si minimizza quando l’aggressore stesso fa parte delle categorie protette dal politically correct.
Basti vedere come hanno glissato sulla vicenda di Pamela Mastropietro nonchè il recente tentativo di minimizzare quella di Desirèe Mariottini.