Vittorio Sgarbi si rotola per terra all’autogrill di Viterbo. Accanto a lui c’è la sua assistente Paola Camarco che sembra quasi voler consolare il critico d’arte nonché sindaco di Sutri, cittadina che si trova proprio da quelle parti, nell’alto Lazio.
In molti dicono fosse ubriaco, lui si difende sui social dicendo che non beve e che stava ‘giocando’, ma le sue successive parole sull’immigrazione ci fanno propendere per la prima ipotesi: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica. Non ha, dunque, alcun senso, come accade oggi secondo una narrazione tra buoni e cattivi, la distinzione tra ‘profughi’ e ‘clandestini’. Essere un ‘migrante economico’ è il diritto dell’immigrato a cercare un lavoro e, quindi, a perseguire condizioni di vita migliori per se e la sua famiglia”.
Era ubriaco.
alcool buongusto liscio direi. brava la tipa, buon umore e presa da lottatore.