Sardegna: disoccupazione record, ma aumentano gli immigrati

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Ad ennesima dimostrazione che l’immigrazione non è una risorsa, e che l’arrivo di immigrati in Italia non dipende dai bisogni dell’economia, il caso scuola della Sardegna.

In una regione dalla quale i giovani locali sono costretti ad emigrare, dove c’è una disoccupazione che oscilla tra il 15 e il 20 per cento, anche nell’ultimo anno sono aumentati gli immigrati.

Sono quasi 55mila (e precisamente 54.224, pari al 3,3% della popolazione) gli stranieri residenti in Sardegna, la maggior parte dei quali provenienti da Romania, Senegal e Marocco.

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È quanto emerge dallo studio “Nuove migrazioni, giovani che arrivano e giovani che partono”, elaborato da Acli Cagliari, su dati dell’Istat e del Ministero dell’Interno, e presentato oggi nella sede di viale Marconi.

Il computo, “chiuso” al 1 gennaio 2018, traccia la fotografia dell’emigrazione nell’Isola, considerando coloro che non sono di cittadinanza italiana ma che qui da noi hanno dimora abituale.

DA DOVE – Spulciando le cifre si apprende, come detto, che la comunità più numerosa presente in Sardegna è quella romena, con 14.216 presenze (4.590 uomini e 9.626 donne), pari al 26,2% del totale dei cittadini stranieri.

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Seguono i senegalesi, con 4.813 presenze (4.018 uomini, 795 donne, pari all’8,9% degli stranieri totali) e i marocchini, che sono 4.813 (2.490 uomini, 1.864 donne, 8% del totale).

Ora. Se in una zona i giovani se ne vanno perché non c’è lavoro, perché arrivano gli immigrati, se non a farsi mantenere o delinquere? E attenzione: la loro presenza degrada ancora di più il mondo del lavoro, aumentando l’emigrazione autoctona: è un circolo vizioso. Che vediamo all’opera in tutta Italia.