“Metà soldi donati all’Africa finiscono in Francia”

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Secondo l’inchiesta condotta da Night Tabloid, programma della Rai, i soldi delle donazioni diretti nelle ex colonie francesi d’Africa finirebbero a Parigi.

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“I soldi arrivano qui – spiega il servizio – per essere convertiti in monete africane, ma la metà di quel denaro viene trattenuto a titolo di garanzia”.

Ogni euro che spediamo verso l’Africa, spiega Mohamed Konare del Movimento Panafricanista, “passa dalla Banca di Francia per forza”, dove viene convertito in Cfa (la moneta africana) e poi spedito in Africa. Ma: “Quell’euro rimane nella banca francese”, spiega Konare.

“Sia le banconote che le monete africane sono stampate in Francia”, aggiunge Kako Nubukpo, ex dirigente della Banca centrale africana. Anche gli aiuti umanitari in dollari, sterline e euro. Tutti vengono trasformati in Cfa. E questo – spiega il programma Rai – “succede per 14 paesi africani, tutte ex colonie francesi e tutte con un sistema monetario messo in piedi e controllato dalla Francia, il Franco Cfa: cambio fisso e valuta forte”.

Sapete dove va parte dei soldi che mandiamo verso l’Africa subsahariana? In Francia, dove ne resta la metà. I soldi arrivano qui per essere convertiti in monete africane, ma la metà di quel denaro viene trattenuto a titolo di garanzia. Volevamo sostenere una scuola in Senegal e finiamo per sostenere le finanze francesi. Succede per 14 paesi africani, tutte ex colonie francesi e tutte con un sistema monetario messo in piedi e controllato dalla Francia, il Franco Cfa: cambio fisso e valuta forte.La valuta forte rendere difficili le esportazioni mentre la difesa del cambio fisso scoraggia gli istituti di credito dal prestare denaro, quindi le imprese non investono, producono poco e pagano meno gli operi. Si fa prima a importare tutto. Ma con quali soldi fanno la spesa? Quelli che mandano gli immigrati: se raggiungono vivi le nostre coste, poi inviano il denaro che serve alle famiglie per fare la spesa. Un’anticipazione del servizio Filippo Barone. #NightTabloid #Rai2

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Posted by Night Tabloid on Tuesday, November 13, 2018

In pratica la Francia “lascia la metà delle divise estere ai Paesi africani, mentre l’altra metà la tiene in un conto a garanzia”.

Conferma Massimo Amato, dell’Università Bocconi: “Su questo conto in questo momento ci sono l’equivalente di 10 miliardi di euro”. Non solo. “Sono piazzati in titoli del debito francese e quindi contribuiscono in parte a finanziare il debito francese”. Che verrebbe così finanziato coi soldi africani.

Ma non è tutto. Il denaro africano, essendo parte del sistema monetario controllato da Parigi, è una valuta forte. Dunque renderebbe “difficili le esportazioni”. Inoltre, spiega Night Tabloid, ” la difesa del cambio fisso scoraggia gli istituti di credito dal prestare denaro, quindi le imprese non investono, producono poco e pagano meno gli operai. Si fa prima a importare tutto”. E spesso per pagare la merce gli africani utilizzano i soldi delle rimesse degli immigrati che arrivano in Europa.

Il Franco CFA sta alle ex colonie francesi un po’ come l’Euro sta all’Italia: è stabile, ma sopravvalutato. Diciamolo subito: il fatto che sia la banca centrale francese a controllarne l’emissione, garantisce una stabilità a quei Paesi che, senza, non avrebbero. Li obbliga, però, anche ad una colonizzazione finanziaria. E’ un do ut des che per certi versi favorisce le economie di quei Paesi e per altri le danneggia. Ma sicuramente favorisce la Francia che trattiene valuta pregiata senza avere dato nulla in cambio, se non stampato banconote. Un privilegio sovrano.

Ma, al di là di questo: chi è che continua a donare soldi all’Africa, finanziando il boom demografico che poi sale sui barconi?