Desirée, cade aggravante stupro di gruppo: “L’hanno stuprata uno alla volta”

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Se i pm avevano accusato i quattro immigrati di violenza sessuale di gruppo, per i giudici del Riesame il crimine non sarebbe stato commesso in branco ma si sarebbe trattato di abusi “commessi singolarmente”.

AGGIORNAMENTO:

Il Tribunale del Riesame ha annullato l’accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minthe, due delle persone arrestate per la morte di Desiree Mariottini.

In base a quanto si apprende il Tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha inoltre derubricato l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima e riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. I due restano quindi in carcere.

Per domani è prevista l’udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato nell’ambito delle indagini per al morte della 17enne avvenuta in un’area occupata nel quartiere San Lorenzo di Roma.

EBBENE SI, QUESTA LA DELIRANTE TESI DEI GIUDICI DEL RIESAME

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È stato il primo a presentare istanza al Tribunale del Riesame. E Alinno Chima, detto “Sisco”, uno dei quattro immigrati arrestati a seguito della morte di Desirée Mariottini, ha trovato dei giudici che gli hanno dato ragione.

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L’impianto accusatorio ipotizzato dalla procura di Roma (omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e traffico di stupefacenti) subisce infatti un primo duro colpo.

Di fronte all’istanza presentata dal legale di “Sisco”, l’avvocato Giuseppina Tenga, i giudici del collegio hanno ritenuto che non ci fossero elementi indiziari sufficienti per accusare di omicidio il nigeriano di 46 anni.

E il collegio ha pure “alleggerito” l’addebito sullo stupro. Per i pm i quattro nigeriani erano responsabili di violenza sessuale di gruppo, per i giudici il crimine non sarebbe stato commesso in branco ma si sarebbe trattato di abusi “commessi singolarmente”. Uno alla volta: sono fuori di testa.

Diversa era stata invece la valutazione del Gip, che nel confermare la misura cautelare aveva scritto i tre immigrati hanno agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità non avendo avuto alcuna remora a porre in essere condotte estremamente lesive in danno di un soggetto minore giungendo al sacrificio del bene primario della vita”.

Pare chiaro che lo stesso varrà anche per gli altri accusati. E quindi, Desirée è morta di raffreddore, almeno secondo i giudici del Riesame che non ritengono ci siano indizi elementi sufficienti a dimostrare la colpevolezza di “Sisco” in merito all’accusa di omicidio.

Il nigeriano resta comunque in carcere per l’accusa di spaccio, cessione di stupefacenti e violenza sessuale, ma non di gruppo, perché l’hanno brutalizzata uno alla volta.




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