Pentito svela gli orrori della mafia nigeriana arrivata coi barconi

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Ad oggi la mafia nigeriana si trova in 80 Paesi del mondo, a seguito dei flussi migratori che le hanno permesso di espandersi agevolmente e velocemente, in tutta Europa. In Italia, i soldati della mafia nigeriana sono arrivati con i barconi: decine di migliaia di spacciatori brutali sparpagliati in ogni città italiana.

La mafia nigeriana è estremamente potente ed è caratterizzata dalla presenza di gang la cui violenza farebbe impallidire anche la ‘ndrangheta. Black Axe ed Eiye sono le due gang più note e potenti della mafia africana, che adesso si trova in Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania (area domiziana), Sicilia (Palermo, in particolare).

La Direzione investigativa antimafia, DIA, da tempo ha tracciato lo schema di questa mafia silenziosa che è riuscita ad infiltrarsi in mezza Italia.

A Castel Volturno ha occupato metà della cittadina grazie al flusso di propri immigrati.

La DIA, nel suo rapporto del 2016, l’aveva definita “la mafia straniera più feroce e strutturata in Italia”. “Il radicamento nel nostro Paese di tale consorteria emerso in diverse inchieste, che ne hanno evidenziato la natura mafiosa, peraltro confermata da sentenze di condanna passate in giudicato” diceva la relazione del 2016 della Direzione Antimafia. Secondo alcune fonti investigative, erano affiliati alla mafia nigeriana anche i tre pusher che hanno ucciso e fatto a pezzi Pamela Mastropietro.

È una mafia più violenta di quella italiana. Si caratterizza per la violenza che spesso e volentieri viene però confusa come ‘semplici risse’ fra immigrati. A colpi di machete, di bottiglie rotte, ma anche di coltelli e asce, gli appartenenti a questa organizzazione criminale puniscono chiunque sgarra.

A prima vista, avvertono gli inquirenti, sembrano semplicemente delle risse fra stranieri. Dietro, invece, ci sono regolamenti di conti che non usano le pistole ma armi da taglio, anche improvvisate.

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Cosa controlla la mafia nigeriana? Secondo l’FBI, soprattutto traffico di droga, sfruttamento della prostituzione, grandi e ben orchestrate truffe economiche.

I gruppi più forti all’interno della mafia nigeriana sono “i Black Axe – conosciuto anche come Neo-Black Movement of Africa – e gli Eiye, insieme ai Buccaneers e i Pirates” racconta Eric Dumo, giornalista nigeriano.

Alla fine del 2016, iniziò a parlare con il pm di Palermo Spedale ed a riempire verbali il primo pentito della mafia nigeriana in Italia: Austine Johnbull.

Johnbull è soprannominato “Buscetta Nero”, per via dell’importanza delle sue dichiarazioni. Il Buscetta Nero svela che in Nigeria coesistono tre organizzazioni criminali, tra le quali la più pericolosa e potente è proprio quella a cui era affiliato: la Black Axe, Ascia Nera.

La Black Axe sembra tendente a pratiche stile setta satanica: vengono predisposte a terra sette candele per formare una bara, viene riposta al centro di tale disegno un’ascia ed un calice contenente un miscuglio di droghe, che dovrà essere bevuto dai c.d. ignoranti, cioè quelli che dovranno affiliarsi. Non solo. I prossimi all’affiliazione devono percorrere la Slave Trade, tragitto degli schiavi, in ginocchio, frustati da quattro saggi. Il pentito Johnbull, inoltre, spiega le modalità della vendetta: per ogni componente della Black Axe ucciso, loro ammazzeranno una quindicina di affiliati alla banda avversaria. In Italia, tale organizzazione mafiosa è presente da molti anni ormai, ma dopo le condanne che hanno colpito la Black Axe al Nord Italia, il capo dei capi, dalla Nigeria, ha ordinato che una cosa simile non dovrà più accadere, quindi ha intimato all’organizzazione di mettersi “in sonno”. Austine Johnbull mette in allerta la giustizia ed i cittadini italiani, avvertendo che “pestaggi e assassinii tra i suoi connazionali sono qualcosa di diverso da semplici risse finite male”.

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A mani nude o con bottiglie rotte. Più spesso con machete, asce, coltelli. Non sono semplici risse, ma vere e proprie faide, episodi di una guerra per il controllo del territorio. I protagonisti sono uomini di una delle mafie più potenti e pericolose del mondo. Che il PD ha portato in Italia con i barconi.

Le sue dichiarazioni, pubblicate in esclusiva da Fq MillenniuM, hanno permesso ai giudici palermitani di emettere le prime condanne a una mafia straniera nel maggio 2008. Che coopta i nuovi membri – “gli ignoranti” – attraverso un’iniziazione violenta e umiliante – “vengono picchiati da quattro ‘saggi’ […] poi uno sputo in faccia prima di presentarsi davanti al ‘Capo dei capi’”. Accade in Italia, dove anche la mafia non è più solo italiana.

L’invito è sempre quello di non sottovalutare alcuni fatti e di non tralasciare problematiche così grandi come la globalizzazione delle mafie.