Tagli accoglienza, Ue difende la paghetta dei profughi

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Con il decreto Salvini, grazie alle modifiche recate al famigerato SPRAR (un vero e proprio piano di colonizzazione che sparpagliava decine di migliaia di finti profughi in tutta Italia) viene ristrutturato l’impianto complessivo del sistema di accoglienza sul territorio.

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I richiedenti asilo sprovvisti di mezzi di sostentamento da ora in poi potranno accedere “soltanto” ai centri governativi di prima accoglienza e ai centri di accoglienza straordinaria (CAS) predisposti dai Prefetti in ogni provincia. Questi centri, però, hanno standard inadeguati rispetto a quelli lussuosi pretesi dalla direttiva Ue sull’accoglienza dei richiedenti asilo. Perché la Ue esige tagli per gli italiani (pensioni e tutto il resto), ma accoglienza extralusso per i fancazzisti.

E quindi si prevede l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia, anche perché già da anni gli uffici della Commissione europea avevano richiesto un potenziamento dei servizi di accoglienza. Ospitavamo oltre 200mila finti profughi, e pretendevano un potenziamento!

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Si prevedono ulteriori restrizioni delle misure di accoglienza dei richiedenti asilo escludendoli dai corsi di formazione professionale e da prestazioni di volontariato a pagamento in favore dei comuni in cui risiedono a favore dei disoccupati italiani. Perché se fuggono dalla guerra, non devono fare ‘formazione professionale’, perché non sono qui per sostituire noi nel mondo del lavoro, ma in attesa di tornare a casa.

I richiedenti asilo non potranno più ottenere l’iscrizione nelle liste anagrafiche della popolazione residente nel Comune in cui sono ospitati e a tal fine per l’accesso dei richiedenti asilo ai servizi pubblici si equipara il domicilio effettivo all’iscrizione anagrafica. Questo perché ad oggi, potevano chiedere la residenza anche i finti profughi e, magari, tra dieci anni diventare italiani.

Inoltre, per effetto delle modifiche introdotte dal decreto legge, il richiedente asilo non può più iscriversi al servizio sanitario nazionale. Ma potrà al massimo fruire di cure urgenti o essenziali. Era ora. Non lasciamo morire nessuno per strada, ma i denti te li vai a rifare a casa tua.




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