Le élite vogliono arrestare la democrazia

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L’economista Dambisa Moyo, con un passato alla Banca mondiale e alla Goldman Sachs, ha pubblicato un libro intitolato Edge of caos in cui lancia la provocazione del “voto ponderato“. Riassumendo il concetto, per Moyo la democrazia com’è intesa oggi va «aggiustata» e il valore del voto va calcolato in base al grado di informazione e di interesse degli elettori. Moyo, oltre a proporre un test simile a quello che si usa per le domande di cittadinanza, vorrebbe introdurre una sorta di penalizzazione per gli astensionisti. Il vero vantaggio di questo meccanismo sarebbe proprio quello di spronare la gente ad impegnarsi ed informarsi di più. E a chi l’accusa di classismo, l’economista risposte che questa teoria punta a calcolare non il grado di istruzione o di ceto sociale ma il proprio interesse per la politica. «Se ti interessa la politica, se ci spendi tempo e passione, è giusto che la tua voce pesi di più nel dibattito», spiega.

Ma non solo elettori, la Moyo ha pensato anche a delle norme per i politici: secondo l’autrice del libro, per migliorare la democrazia, si dovrebbe andare a votare meno spesso per uscire dall’ottica della «campagna elettorale permanente». In questo modo i politici si impegnerebbero di più a governare anzichè cercare continuamente consensi. Infine viene proposto di ancorare i compensi dei politici ai loro risultati sul lungo periodo.

Delirante. Il concetto di democrazia non ha alcun valore intrinseco. Nessuno pensa che l’opinione dei molti valga più di quella dei pochi. Ma chi decide chi conta più di altri?

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Il suffragio universale (che ovviamente funziona solo in società non multietniche) è semplicemente il tentativo, piuttosto riuscito, di evitare che chi si sente escluso dal processo elettorale diventi violento: è una risoluzione di conflitti.

Ed è anche l’unico mezzo attraverso il quale l’opinione di tutti diventa ‘legge’. Il metodo migliore in assoluto, a dirla tutta, sarebbe il ‘sorteggio’, perché farebbe sì che le idee di tutti venissero rappresentate in modo identico e senza mediazioni.

Ma il motivo reale di questa rivolta delle élites contro la democrazia, è un altro: per decenni sono riusciti a controllare e instradare il processo democratico attraverso il controllo dell’informazione.

Ora che internet li ha privati di questo controllo, cade la maschera: eravamo in una democrazia vigilata.