La Coppola a reti unificate, donna ridotta così dai migranti ignorata

Vox
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Poi, in Italia, parlano di ‘libertà di stampa’, che è solo libertà di mentire e manipolare l’informazione. Una donna sanguinante ‘grazie’ ai migranti viene ignorata, ma si monta un caso per una che si inventa una presunta aggressione razzista.

E’ diventata l’eroina dei media di distrazione di massa, Maria Rosaria Coppola, la donna che ha accusato di ‘razzismo’ e definito ‘stronzo’, un giovane italiano che, secondo lei, aveva insultato un povero pakistano sul treno:

A pelle, ci sta già sul cazzo. Questo al di là di chi abbia o meno ragione.

Il titolo del Corriere è molto ‘sobrio’:

Napoli: difende migranti in treno, la protagonista: «Reazione istitintiva»

Uno si immagina wonderwoman che caccia una folla di teste rasate scatenate. Invece è un ragazzo che battibecca con un pakistano:

“L’Italia è nostra, non degli immigrati”, donna lo accusa di razzismo – VIDEO

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Insulti ‘razzisti’ che, tra l’altro, nel video non si sentono. E che, comunque, non si sa da cosa siano stati generati.

Ora non fa che rilasciare interviste la Coppola. Ovviamente, nessuno ha sentito l’altra campana. E dal video diffuso online non si capisce chi abbia iniziato cosa e i motivi della reazione del ragazzo italiano.

Anche perché le persone non sembrano difendere la signora radical chic.

E’ quindi molto probabile che ci si trovi in presenza dell’ennesima bufala-razzismo come quella inventata dalla giovane di sinistra a Trento alcune settimane fa su un flixbus.

Molti commentatori, infatti, mettono in dubbio l’autenticità del video. C’é anche chi chiede dove sia “la signora quando vengono aggrediti gli italiani, controllori e macchinisti”. Aggrediti davvero, non in un video fatto col taglia e cuci.

Intanto, nessun media di distrazione di massa ha pensato di intervistare la signora ridotta così da immigrati sulla metro di Roma:

Immigrati scatenati sulla metro: donna italiana insanguinata – VIDEO

Non esiste libertà di stampa. Solo libertà di mentire. Del resto i giornali italiani sono tutti di proprietà di una cricca di pochi eletti.