Un primo passo in Friuli perché le case popolari vadano agli italiani. Dopo anni di marchette agli immigrati da parte della giunta Serracchiani, inizia la svolta.
È stato approvato a maggioranza dal Consiglio regionale friulano il testo unificato dei progetti di legge n. 12 e n. 16 che modifica la legge regionale 1/2016 su politiche abitative e Ater, in materia dei requisiti per l’accesso. Sono stati 26 i voti favorevoli ( Lega, Forza Italia, Progetto FVG/Ar, Fratelli d’Italia/An); 15 i no (Open Sinistra FVG, Cittadini, Patto per l’Autonomia); e 3 le astensioni del MoVimento 5 stelle.
A seguito della votazione, il consigliere Piero Camber ha espresso soddisfazione per l’esito della votazione in Consiglio regionale.
“Con questo provvedimento legislativo in materia di edilizia popolare pubblica, – ha detto il Presidente della Quarta commissione – si è dato un primo importante messaggio di equità ai nostri concittadini finora sfavoriti da una normativa Ater, che a breve verrà comunque rivista approfonditamente.”
Bene. Perché la svolta arriva solo con la ‘clausola Ceccardi’.
“Si tratta in sostanza – aggiunge Camber – di un intervento molto circoscritto che, in linea con la disciplina già introdotta da altre regioni, innalza da due a cinque gli anni di residenza per l’ottenimento degli alloggi popolari: un tanto per favorire coloro che vivono, lavorano e pagano le tasse da più tempo nella nostra regione”
Fedriga assomiglia parecchio al mio zoppo preferito, Goebbels.