Desirée, i profughi l’hanno stuprata anche da morta

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Il caso sull’omicidio di Desirée mostra tutto lo schifo dell’immigrazione di massa, con dettagli sempre più agghiaccianti della brutalità dei profughi africani: secondo una testimone, la 16enne di Cisterna di Latina sarebbe stata violentata anche dopo la morte.

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Gli africani si sarebbero sfogati sessualmente sul cadavere.
Tra questi l’ultimo a dover essere interrogato è Yusif Salia, il ghanese arrestato a Foggia. L’interrogatorio, che si sarebbe dovuto tenere ieri 29 ottobre, è però stato rinviato.

Come sappiamo, gli africani con permesso umanitario rilasciato dal PD, hanno drogato l’adolescente per poi abusarne uno alla volta e lasciarla agonizzante per ben dodici ore, fino a quando il suo cuore non si è arrestato. No, dice la testimone: anche dopo, anche sul suo cadavere.

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A raccontare altri particolari inquietanti su quella tragica notte, fra il 18 e il 19 ottobre, è un’italiana, Giovanna N. La 32enne abita nell’appartamento di un’altra testimone chiave, Noemi C.: “Koffy (il tunisino scomparso e che gli inquirenti vorrebbero interrogare) mi ha raccontato che, nella giornata in cui è morta, Desirée avrebbe avuto rapporti sessuali prima con Yusif, poi con Sisko e in ultimo con Ibrahim. Non escludo che questi possano aver avuto rapporti sessuali con la minorenne anche post mortem – prosegue -. In quello stabile spacciano eroina e cocaina tre africani: Ibrahim, Sisko e Youssef (Brian Minteh, Chima Alinno, Yusif Salia, tutti in carcere). Personaggi molto cattivi e pericolosi poiché il loro stato di tossicodipendenza può influire sull’atteggiamento che hanno sulle persone. Ibrahim più volte mi ha chiesto di avere rapporti sessuali con lui dietro cessione di stupefacenti. Ma io non ho mai accettato. Ho visto Desirée avere atteggiamenti che mi inducevano a pensare che potesse aver già avuto rapporti sessuali con questo in cambio di qualche tiro di crack o qualche pezzo di eroina”.