Desirée: gli assassini senegalesi col permesso umanitario

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Non solo il capobranco, aveva il permesso umanitario, abolito con il decreto di Salvini, ma non retroattivamente.

E poi veniteci ancora a parlare di ‘razzismo’ e ‘accoglienza’.

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I tre arrestati per il brutale assassinio con stupro della povera Desirée, sono la summa della politica buonista di questi anni.

Gara Mamadou, cittadino senegalese nato nel 1991 era in possesso di un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed era stato espulso con provvedimento del prefetto di Roma il 30.10.2017. Ma da quel giorno si era reso irreperibile. Era stato poi intercettato dal personale delle volanti a Roma il 22.7.2018 e a suo carico era stato richiesto all’autorità giudiziaria un nulla osta per reati pendenti a suo carico. Il procedimento è troppo farraginoso: non si possono espellere i clandestini, perché hanno procedimenti penali a carico, ma siccome non sono ritenuti gravi, non possono essere nemmeno tenuti in galera: insomma, ad un clandestino conviene delinquere a bassa intensità, per rimanere in Italia. Fino a che, poi, uccide una ragazzina italiana.

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Il secondo arrestato, anche lui senegalese, si chiama Minteh Brian, nato nel 1975, aveva presentato alla questura di Roma il 24.08.2017 istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, a seguito di decisione adottata dal tribunale di Roma il 12.02.2015. Ma la questura era in attesa di integrazioni documentali perché la domanda risultava carente della prescritta iscrizione anagrafica. Perché si sa, c’è la guerra in Siria, nel Senegal.

Infine c’è Alinno Chima: è lui il terzo fermato per lo stupro e l’omicidio di Desirée. Si tratta di un nigeriano clandestino di 46 anni.

Alla luce di quanto accaduto, il decreto di Salvini va approvato immediatamente e intatto, con la fiducia. E chi vota contro, è amico degli stupratori col permessino umanitario.

Anzi: va integrato con la famosa lista di ‘Paesi sicuri’, che permetterebbe di neanche esaminare le richieste di asilo demenziali fatte da senegalesi e pakistani.