Deputato PD ammise: “Siamo in lista di Soros: me ne vanto”

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Visto che in questi giorni è tornato di attualità il caso degli europarlamentari del PD vicini a Soros, con il nuovo presidente Rai Marcello Foa denunciato perché ne ha parlato ad un giornale israeliano, è bene riparlarne.

Tra i documenti hackerati da DCLeaks alle organizzazioni di Soros, e diffusi, c’era anche la lista degli eurodeputati dello speculatore: “Mapping. Reliable allies in the European Parliament (2014 – 2019)”.

In questa lista, il “Kumquat Consult”, agenzia di lobbying con sede a Bruxelles incaricata da Soros, presenta ai vari settori delle organizzazioni dello speculatore finanziario, una mappatura degli alleati ritenuti “affidabili”  – qualcuno direbbe servizievoli – presenti nel Parlamento Europeo.

Politici sui quali poter “contare” al fine di costruire relazioni “durature e di fiducia”, volte a promuovere il programma politico della “Open Society Foundation”.

Questo è gravissimo. Perché abbiamo un oscuro miliardario che si è arricchito speculando e impoverendo i popoli, che elenca i suoi alleati tra gli eletti dei Paesi Ue. Questo dovrebbe scandalizzare, non che Foa ne abbia parlato.

Il dossier di 177 pagine, come scrivono gli stessi autori nell’introduzione, si propone di “fornire all’Open Society European Policy Institute e all’ Open Society network intelligence una dettagliata mappatura  riguardo tutte i membri dell’ottavo Europarlamento propensi e disponibili a sostenere gli obiettivi programmatici dell’Open Society durante il quinquennio di legislatura 2014-2019”. Quella che ormai sta finendo..

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La società di lobbying ha passato in rassegna tutti i membri dell’Europarlamento, le 11 commissioni e le 26 delegazioni, così come gli organi decisionali più alti del Parlamento Europeo, per arrivare a definire la lista di coloro che sono considerati “idonei” a supportare le linee programmatiche della “Open Society”. La conclusione è che di questi, ben 226, possono essere considerati, per il loro profilo e background politico, acquistabili e probabilmente già acquistati al programma della “Open Society”.

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Gli ‘italiani’ presenti in questa lista sono in ordine alfabetico: Brando Maria Benifei,Sergio Gaetano Cofferati, Andrea Cozzolino, Isabella De Monte, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Kashetu Kyenge, Luigi Morgano, Alessia Maria Mosca, Pier Antonio Panzeri, Gianni Pittella, Elly Schlein, Barbara Spinelli e Daniele Viotti.

Tutta gente che poi, nella legislatura, ha dato prova di seguire proprio le linee ideologiche tracciate dal programma della Open Society.

Uno di loro, l’eurodeputato spezzino Brando Benifei (Pd) ha del resto rivendicato pubblicamente, la sua presenza nella lista degli “affidabili” per Soros.

Evidentemente per la sua affidabilità (ovviamente non a Soros), Benifei (Pd) venne premiato come europarlamentare dell’anno.

“Dato che – aveva dichiarato Benifei su Facebook – molti chiedono a me e ai miei colleghi coinvolti cosa sappiamo di questa faccenda scrivo due righe al riguardo”.

E concluse il lungo post: “per me è solo motivo di vanto”

Quindi non si capisce su cosa basino, oggi, la loro querela contro Foa.