E i numeri sono simili in tutta Europa. Dimostrando una stretta correlazione tra immigrazione e Tubercolosi:
Cosa dicono i numeri: significa che l’incidenza negli immigrati (quelli che vengono controllati) è oltre 7 volte superiore al loro numero rispetto alla popolazione residente: pazzesco.
Va detto che è più facile individuare la tubercolosi tra gli italiani, attraverso la rete sanitaria nazionale, mentre difficili e superficiali sono i controlli fatti sui clandestini: ne sbarcano a migliaia e non viene certo fatta analisi del sangue ad ogni sbarco, solo un controllo ‘al volo’. E la Tubercolosi, poi, è latente, spesso asintomatica. Quindi i numeri sono, stricto sensu, probabilmente sottostimati.

Tra i cittadini stranieri più interessati dai casi di tbc sono quelli che provengono da Paesi ad alta endemia: dall’Africa maghrebina ed equatoriale ai Paesi dell’Est come la Romania e la Moldavia.
«Quello della tubercolosi è un problema considerato ‘strettamente attuale – disse durante un convegno di un paio di anni fa Giovanni Di Perri, infettivologo dell’Università degli Studi di Torino e membro del direttivo della Simit – per la natura stessa della malattia, in quanto molto difficile da riconoscere. I sintomi sono febbre e tosse, spossatezza e perdita di peso. Questi, in effetti, possono essere banalmente scambiati per episodi influenzali o parainfluenzali. La mancanza di una sintomatologia specifica comporta spesso una lunga serie di visite prima di essere scoperta. Un malato su tre può anche guarire spontaneamente dopo mesi di alternato benessere, e si possono alternare periodi di remissione spontanea ad altri di peggioramento. Questo comporta una tardiva presa di coscienza di malattia e una probabilità di diffusione che può essere elevatissima in particolari condizioni, fra le quali occorre ricordare i soggetti gravati da forme di immunodepressive di varia natura e identità».
Se gli italiani avessero la stessa incidenza di infettività degli immigrati, oggi non avremmo gli oltre tremila nuovi casi che abbiamo ogni anno, ma oltre trentamila. Un lazzaretto.
Che meravigliosa ed efficace arma finale, funziona su popoli cretini e a loro spese pure: A Troia era solo un cavallo di legno…
Ora c’è il cavallo imbottito di pony….e se qualcuno protesta?…..digli che gli animali sono sotto la protezione del WWF (pardon, NWWF…..New World Wide Fanatics)….che vogliamo di più?