L’annuncio del governo: azzerati soldi ai giornali entro 2020

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L’applauso forse più rumoroso della platea di Italia a 5 stelle è riservato a Vito Crimi, sottosegretario all’Editoria, che annuncia che il taglio dei contributi all’informazione è da ritenersi cosa fatta e porterà entro il 2020 a “un risparmio di 100 milioni di euro”. Una stampa, ha detto con tono perentorio l’esponente M5S, “autoreferenziale e sempre meno autorevole. Ora che siamo al governo continuano a riempirci di fake news, dicono che attacchiamo la libertà stampa ma invece la difendiamo”.

“Questo sistema – ha sostenuto Crimi – ha visto regalare dalla politica soldi a tutti i giornali, non solo quelli dei partiti e l’emorragia dei lettori continua. Soldi per tenere in vita giornali che non starebbero in piedi. Quattro miliardi di euro in quindici anni eppure ci sono ancora giornalisti sottopagati e senza tutele, delle edicole ne chiudono tre al giorno. E che dire del lettore, sempre meno al centro, anzi considerato uno scolaro da indottrinare da certi editorialisti”.

“E’ con grande orgoglio – ha detto ancora il sottosegretario mostrando delle slide – che vi annuncio cosa, e come aboliremo il finanziamento pubblico ai giornali. Nel 2018 sono stati spesi 60 milioni di euro, nel 2019 li dimezzeremo, nel 2020 li taglieremo del tutto. I rimborsi per spese telefoniche: 32 milioni che prendono tutti i giornali, li taglieremo.

Giornali diffusi all’estero – Gentiloni ha aumentato il fondo da due a tre milioni di euro, domandatevi se questi giornali potevano azzannare la mano che li nutriva. Su questi dimezzeremo, poi azzereremo”. Uniche eccezioni ha spiegato Crimi, saranno i giornali per ipovedenti e non vedenti e quelli delle associazioni locali, espressione di partecipazione dal basso.

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“In due anni – ha detto ancora Crimi – risparmieremo 100 milioni di euro e li utilizzeremo tra le altre cose per garantire strumenti di informazione dal basso e partecipata, per educare i ragazzi e per sostenere il sistema di distribuzione. Penso alle 28mila famiglie di edicolanti. Questi non sono annunci nè tweet ma norme che entreranno nella legge di bilancio, lo abbiamo detto e ora che siamo al governo lo faremo”.

Vabbè, purtroppo investire oggi nelle edicole è come investire nelle diligenze al tempo del treno a vapore. Il giornale cartaceo è destinato a morire. Almeno i quotidiani, che non hanno più senso, vista l’informazione online.

Rimarranno le riviste, quelle di approfondimento e quelle, ahinoi, di gossip.

Ma vi rendete conto che spendiamo 100 milioni di euro per le cagate che scrivono i giornalisti? Perché ci raccontino che i ghanesi fuggono dalla guerra in Siria e che i migranti ci pagheranno le pensioni?