Rapita e stuprata da 15 marocchini: tatuata su tutto il corpo

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Non le chiamano a caso ‘marocchinate’

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Quando pensate all’immigrazione, pensate a quello che i migranti fanno nei loro Paesi. Quali sono le culture dalle quali provengono.

In molti Paesi islamici, come il Pakistan, lo stupro è qualcosa nella norma. Lo hanno imparato a loro spese le ragazzine inglese, in questi decenni.

Ma non è il solo. Ad esempio, in Marocco, Paese dal quale provengono moltissimi tra gli immigrati presenti in Italia, in questi giorni è in corso il processo ad un gruppo di uomini accusati dia vere rapito, tenuta segregata per mesi, drogata, stuprata e venduta una ragazzina di 17 anni.

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La minore denuncia di essere stata rapita a metà giugno a Oulad Ayad, una città nel centro del Marocco, e trattenuta per due mesi da un gruppo di uomini che l’hanno violentata ripetutamente e costretta a consumare droghe e alcol.

L’hanno anche tatuata su tutto il corpo. Come simbolo di possesso.

“È stata sequestrata, violentata, torturata e tatuata da una banda di 14-15 persone, che ha anche scambiato il suo corpo con sigarette, droghe e denaro”, ha detto l’avvocato della ragazza, Youssef Chehbi, in un’intervista telefonica. Da oltre un mese è in corso il processo.

Ecco, questo potrebbe accadere qui. Sta già accadendo.