Lo SPRAR era la base dello spaccio: i profughi corrieri della droga

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Da circa un paio di mesi ad Alcamo le forze dell’ordine, dopo le segnalazioni e le proteste dei residenti, hanno messo sotto osservazione lo SPRAR – tipo quello di Lucano – che sorge in città. Lo SPRAR è un vero e proprio progetto di colonizzazione con diffusione capillare degli immigrati sul territorio.

I risultati di questa ‘attenzione’. Dopo un paio di denunce a piede libero della polizia nei confronti di due extracomunitari sorpresi a cedere una dose di droga e dopo l’arresto effettuato dai carabinieri di un ragazzo di colore, cittadino italiano (!!!), per danneggiamenti di autovetture, ancora la polizia ha scoperto e bloccato un giovane “corriere della droga”.

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Gli agenti hanno quindi continuato a monitorare gli spostamenti dei migranti, soprattutto quelli fuori città, e ieri sera hanno fermato Godwin Balogun, nigeriano di 19 anni ospite nello SPRAR di via Opera Pastore, mentre stava per scendere dall’ultima corsa giornaliera della Segesta, proveniente da Palermo, la città dell’accoglienza. Nel capoluogo il ragazzo avrebbe fatto il carico di droga per poi smerciarla ad Alcamo. Con base lo SPRAR.

Balogun è stato infatti trovato con una sacca piena di farina tipica africana, in mezzo alla quale erano nascosti un panetto di hashish e 50 stecchi di marjiuana. Sottoposto poi a perquisizione, sia personale che negli arredi utilizzati dal nigeriano nello SPRAR di sua residenza, la polizia ha rinvenuto altra quantità di droga e l’occorrente per confezionale le dosi: un cutter, della carta stagnola e alcune bustine.

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Se lo SPRAR fosse stata una discoteca, lo avrebbero già chiuso.

Invece continua ad ospitare migliaia di fancazzisti e spacciatori. In attesa che i loro permessi scadano e non possano essere rinnovati grazie al decreto di Salvini: perché non retroattiva, Matteo?