“Se voti Lega non puoi stare”, cacciata dalla Croce Rossa”.

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Una volontaria della Croce Rossa di Lodi, Eleonora Ferri, si sarebbe sentita dire dalla locale istruttrice che “chi vota Lega qui dentro non ci può stare”.

È stata lei stessa, consigliera comunale della Lega, a denunciarlo in una lettera aperta indirizzata al presidente della Cri e ai responsabili regionali e provinciali.

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“Gentili Presidenti – si legge nella missiva – vi scrivo per denunciare un fatto che mi ha lasciata davvero senza parole, accaduto giovedì 11 ottobre a Lodi, durante la seconda lezione di formazione del Corso Base per diventare volontario di Croce Rossa Italiana”.

U”na istruttrice stava tenendo una lezione avente come tema principale l’area Socio Sanitaria. Durante la spiegazione, facendo riferimento alle persone cui la Croce Rossa, presta servizio di assistenza, elenca le cosiddette categorie ‘vulnerabili’: disabili, tossicodipendenti, minori, carcerati, immigrati/rifugiati”.

Fin qui, tutto normale. Peccato che, secondo quanto denunciato dalla consigliera legista, “entrando nel merito di ogni singola categoria” l’istruttrice sarebbe “arrivata a trattare la voce immigrati e rifugiati”. A quel punto, si legge nella lettera, “la sento affermare: ‘Chi vota Lega qui dentro non ci può stare’ e ancora ‘visto che a Lodi negli ultimi tempi l’aria che si respira è quella che è – immagino l’istruttrice si riferisse all’attuale Sindaco leghista – chi la pensa così e stasera è qui, ha forse sbagliato posto’”.

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“Chi parla a vanvera di razzismo e discriminazione continua a predicare bene a suo dire ma nella pratica razzola molto male”, attacca l’on. Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega. “A prescindere dal fatto che sondaggi alla mano ormai un terzo dei cittadini italiani vota Lega – per cui presumibilmente anche un terzo dei volontari della Croce Rossa dovrebbe votare Lega e dunque la CRI rischierebbe di perdere un terzo dei suoi volontari stando alle parole della sua istruttrice – sconcerta che in barba a quanto previsto dall’ art. 3 della nostra Costituzione, e dal Codice Etico di Croce Rossa Italiana, che al titolo II paragrafo 6 riporta il principio di imparzialità e parità di trattamento e qualsiasi aspirante volontario, si possa discriminare una persona in base alle sue idee politiche”. Ora il leghista chiede “un pronto intervento a riguardo dei vertici della Croce Rossa, per evitare che la CRI si trasformi in una succursale del PD o di Leu”.

Dal canto suo la consigliera si è detta “ferita” da quanto sentito. “È stato per me a dire poco scioccante ed umiliante”, ha scritto nella lettera. “Trovo profondamente scorretto il comportamento dell’istruttrice, che si è permessa di fare politica davanti ad un gruppo nutrito di persone, facendo dichiarazioni discriminatorie che ledono la libertà di pensiero individuale”.

Pronta è arrivata la replica del presidente della Croce Rossa Italia, Francesco Rocca: “Nella menzionata lettera aperta la signora Ferri lamenta di essere stata discriminata durante il corso di accesso alla Croce Rossa, in virtù della sua appartenenza ad un partito politico, nello specifico la Lega. Chiunque conosca la storia, i principi, lo statuto e i regolamenti della Croce Rossa è perfettamente a conoscenza del fatto che nessuna discriminazione può essere ammessa o tollerata all’interno della nostra associazione. La Croce Rossa è una organizzazione profondamente radicata nelle comunità locali di tutta Italia e accoglie tra i suoi volontari, più di 160mila, persone provenienti dalle più disparate realtà e dai più differenti percorsi personali, è quindi di tutta evidenza che al suo interno sia naturalmente rappresentata la più ampia pluralità di orientamenti, visioni e opinioni”. Rocca poi ha aggiunto: “I nostri associati possono essere giudicati solo in base alla loro dedizione, disponibilità, capacità e piena e incondizionata aderenza ai sette principi fondativi che sono: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontarietà, Unità, Universalità. Sarà mia personale cura attivare tutte le procedure utili e necessarie ad approfondire la segnalazione della signora Ferri attraverso gli organi interni competenti, come stabilito dallo Statuto e dai regolamenti”. E poi ha concluso: “Colgo l’occasione per ribadire che la Croce Rossa Italiana è aperta a tutti coloro i quali vogliano dedicare una parte delle proprie energie e del proprio tempo alla cura e al sostegno nei confronti dei più vulnerabili, senza alcuna discriminazione per chi vuole prestare assistenza, come per chi ne abbia necessità. Oltre a inviare alla Consigliera Ferri le mie personali rassicurazioni, la invito, qualora lo desideri, a scrivere direttamente a me, in quanto presidente della Croce Rossa italiana, per approfondire questo o qualunque altro argomento di mia pertinenza”.

Beh, cosa ci faccia una leghista nella Croce Rossa, ormai diventata una multinazionale che finanzia l’invasione e sollazza stupratori della peggiore specie, è giusto chiederselo. Ha ragione l’istruttrice: chi sta con Salvini non può stare con l’odierna Croce Rossa.

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Un patriota non può stare in chi lavora per la distruzione della Patria. La CRI di oggi non è quella che si occupava di veri bisognosi, ormai sollazza a spese dei contribuenti clandestini e spacciatori col permesso umanitario.