Il piano di Salvini per liberarci dai clandestini: centri in Albania e Africa

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Il piano di Salvini per dare scacco matto all’immigrazione clandestina si gioca su due piani: la costruzione di centri per clandestini al di fuori del territorio nazionale e la firma da parte della Libia della convenzione di Ginevra.

Per quanto riguarda il primo punto, lo stesso Matteo Salvini ha parlato di Albania: “Chiaro che prima serve accordo con loro – ha dichiarato il titolare del Viminale – Ma credo che si troverà”.

L’importante è non dare in cambio l’adesione alla Ue. Altrimenti sarebbe una vittoria di Pirro.

Ma si starebbe pensando anche ad altri paesi, con i quali ci sarebbero già dei contatti. L’idea è di replicare quanto fatto da Israele con l’Uganda: invio in loco dei propri clandestini in attesa di rimpatriarli a casa loro.

Sul secondo punto invece la linea di Roma mira a rendere la Libia come porto sicuro e togliere così alle Ong l’ultima arma di ricatto. Attualmente Tripoli non viene ufficialmente riconosciuta sotto questo punto di vista perché la Libia non ha mai aderito alla convenzione di Ginevra.

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Se lo facesse, la Libia verrebbe considerata porto sicuro e dunque i clandestini potrebbero essere respinti direttamente anche dalle autorità italiane in Libia senza dovere ricorrere alla pantomima delle motovedette con equipaggi misti.

Ma è anche ora di rivedere la convenzione di Ginevra. E’ ormai obsolete, nata quando i profughi erano poche centinaia l’anno per tutta Europa. E si trattava di perseguitati politici veri, non di milioni di giovani africani in fuga dalla noia.

Ci sarebbe anche un’altra opzione: uscire noi dalla convenzione di Ginevra, e a quel punto saremmo ‘porto non sicuro’, e i clandestini non potrebbero scaricarceli.

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