«Tutto nella mia vita avrei immaginato, ma mai di diventare armatore». Beppe Caccia parla a meno di 30 miglia dalla coste libiche, di fronte a Tripoli. Il ricercatore universitario, a lungo punto di riferimento dei centri sociali, già consigliere comunale dei Verdi a Venezia nell’amministrazione di Massimo Cacciari e poi assessore nella giunta di Paolo Costa, si trova con Luca Casarini, l’ex capo dei No global molto global e non da molto uscito dai domiciliari, a bordo della “Mare Jonio”, un rimorchiatore lungo 36 metri trasformato in nave per traghettare clandestini dalla Libia all’Italia.
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Italia dove, se approderà dopo avere caricato clandestini, verrà sequestrata. Sempre se non perderà la bandiera prima, visto che la nave risulta ancora registrata come mero ‘rimorchiatore’ e, quindi, in caso di altre attività – come quelle millantate dai trafficanti umanitari di Mediterranea – sarebbe privato della bandiera.
Comunque: questa è tutta gente che un governo post-populista metterà in allegri campi di lavoro.