Copenaghen, bar e ristoranti ostaggio delle ronde islamiche

Vox
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“Ho tre opzioni: vendere il mio bar, chiuderlo, oppure continuare a lottare”. Jane è la proprietaria del Viking bar di Copenaghen. Come tanti altri locali nel quartiere Norrebro, quello di Jane è ostaggio delle varie gang di immigrati islamici. Minacce, estorsioni, intimidazioni e violenze sono ormai una realtà radicata da anni nella capitale danese. Tutti sanno, nessuno dice nulla. Tutti pagano il pizzo, nessuno ha il coraggio di denunciare. “Puoi provare a chiedere anche al ristorante qui davanti o in qualsiasi altro posto, è inutile. Nessuno ti dirà la verità. Hanno troppa paura perché queste persone minacciano di farti del male o di spararti. È già successo. Sono l’unica, qui, che denuncia la situazione.”

E non accade solo a Copenaghen, come spiega il reportage di occhidellaguerra.it, ovunque diventano massa critica, scatta la pulizia etnica degli autoctoni. Basta fare un giro nei quartieri ‘multietnici’ delle città italiane: Esquilino, San Siro, Vasto. Solo per citarne alcuni. Gli italiani vengono ‘espulsi’ con le ‘buone’ e con le cattive.

I cinesi in genere usano il denaro, i musulmani la violenza.

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Tornando a Copenaghen, Vox ne aveva già parlato nel 2014 e 2015:

Eurabia: ‘ronde islamiche’ pattugliano Copenhagen

Ronde Sharia irrompono in bar: “Quartiere islamico, alcol vietato”

Vox

Un gruppo di proprietari di bar e locali di uno dei sobborghi multietnici di Copenaghen, sono vittime, da mesi, di giovani attivisti musulmani che cercano di imporre una “zona della Sharia” con assalti, minacce e vandalismi.

I proprietari di pub nel quartiere di Nørrebro di Copenhagen hanno tentato, in tutto questo tempo, di ottenere che la polizia di Copenaghen agisse contro queste ‘ronde islamiche’, inutilmente.

“Di recente alcuni giovani islamici sono entrati nei bar gridando che tutti gli ospiti dovevano lasciare il locale”, dice Heidi Dyrnesli, del Cafe Heimdal a Radio24syv. “Gridavano che il quartiere appartiene a loro e che Nørrebro è zona Sharia, quindi non si possono bere alcolici.”

Le bande usano anche petardi e pietre per rompere le finestre e prendere i locali d’assalto, mentre la polizia ha totalmente perso il controllo e non sembra in grado di fermarle.

La proprietaria del bar Mucki, Birgitte Fischer, sostiene che la ‘polizia della sharia’ ha chiesto loro almeno 60.000 DKK (€ 9.000), come “pizzo”, in realtà Jizy, la tassa islamica per gli infedeli.

Mercoledì scorso, l’associazione delle imprese di Nørrebro ha sollevato la questione con il ministro dell’Immigrazione e Integrazione Inger STØJBERG, che ha visitato il quartiere insieme a un certo numero di politici locali che hanno denunciato le azioni delle ronde.

Mentre STØJBERG faceva un tour della zona con un gruppo di giornalisti è stata verbalmente molestata da due donne islamica che l’hanno definita “nazista” e “fascista”.