Picchiata e perseguitata dai vicini islamici: italiana vive nel terrore

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Italiani prigionieri in casa propria. Terrorizzati dai migranti. Accade sempre più spesso nei condomini che i media definiscono trattenendo a stento l’orgasmo ‘multietnici’.

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E’ il caso di Federica, una giovane perseguitata dai suoi vicini bengalesi: a Treviso!

Picchiata e aggredita dai vicini di casa: estetista costretta a vivere nel terrore

Aggressioni, minacce continue e la paura costante di dover vivere da sola in una casa da incubo. Da quattro anni e mezzo Federica, quarantunenne, vive nel terrore per colpa di un gruppo di condòmini che ha deciso di renderle la vita un vero e proprio inferno.

Teatro di questa drammatica vicenda è una palazzina di tre piani in via Buratti, a poca distanza dalla stazione dei treni di Treviso. Federica vive al secondo piano di un condominio composto da sei appartamenti, occupati prevalentemente da famiglie di stranieri. Pochi mesi dopo essersi trasferita a Treviso, nel 2014, Federica aveva deciso di occuparsi da sola della pulizia delle scale condominiali. Un gesto che non è andato a genio ai residenti originari del Bangladesh e dell’Afghanistan che si occupavano in nero del servizio di pulizia chiedendo agli altri condomini della palazzina di essere pagati per il servizio.

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Quando Federica si è rifiutata di dare loro i soldi per lei è iniziato un vero e proprio calvario. Pochi giorni dopo i vicini hanno iniziato a gettare la loro immondizia sulla terrazza della donna: cocci di vetro, rifiuti e oggetti contundenti piovevano a tutte le ore del giorno e della notte dalle finestre del piano di sopra. In molti casi i condòmini della donna hanno cercato di introdursi nel suo appartamento provando a forzarne la porta e alla fine sono arrivati a insultarla e ad aggredirla fisicamente sul portone di casa mandandola all’ospedale solo per aver provato a non pagarli per il servizio che lei stessa aveva svolto gratuitamente.

A tutte queste angherie si sommano i continui rumori, violenti e improvvisi, con cui gli occupanti del piano di sopra svegliano e spaventano la donna a tutte le ore del giorno e della notte. Un gesto che ha portato la quarantunenne calabrese a soffrire di depressione e di costanti attacchi di panico per una situazione ormai del tutto fuori controllo.

Lo diciamo ancora: l’Italia va liberata casa per casa. Invece continuiamo ad importarne. Magari non sui barconi, ma con i visti e i famigerati ricongiungimenti familiari.

Invece di liberare spazio vitale per creare famiglie numerose e restituire verde alla natura, cementifichiamo il territorio per dare casa a ‘loro’: ma quanto siamo dementi.




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