Ciò che è naturale è giusto: diventa te stesso

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Il cervello rettiliano è fondamentale per la nostra sopravvivenza perché vuole vivere e riprodursi sempre. La maternità…

Posted by La Verità on Wednesday, October 3, 2018

Potremmo dire che ciò che è morale è naturale. E nulla è più naturale dell’istinto di sopravvivenza e della preferenza del proprio simile.

Quando il ricercatore parla di ‘cervello rettiliano’, in sostanza parla della parte più profonda di noi, quella che ci ha fatto arrivare fino ad oggi come specie/razza/popolazione. E’ l’amigdala, la componente più antica del nostro cervello.

Senza, saremmo dei fricchettoni in balìa del primo sconosciuto: dei Lucano, insomma. Non è un caso che alcune patologie mentali che prevedono una fiducia eccessiva nell’altro, dipendano proprio da danni cerebrali all’amigdala.

Il razzismo è cablato nel cervello ed opera inconsciamente, perché le aree che rilevano l’etnicità e il controllo dell’emozione sono strettamente collegati.

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I ricercatori spiegano che gli stessi circuiti cerebrali che ci permettono di classificare una persona in un gruppo etnico si sovrappongono con altri circuiti che controllano il processo ‘emozionale di prendere decisioni, le persone che portano a prendere decisioni inconsce sulla base di un’altra razza.

L’ ultimo studio, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience , ha scoperto grazie alla risonanza magnetica funzionale del cervello  che le interazioni tra persone provenienti da diversi gruppi razziali innescano reazioni così profondamente intregrate nel nostro cervello, da essere inconscie e quindi automatiche.[nbnote ]http://www.medicaldaily.com/news/20120626/10458/racism-decision-cognition-emotional–ethnicity-human-brain-psychology.htm[/nbnote]

Il razzismo ha, nella società moderna, assunto un significato negativo, ma altro non è che la preferenza del simile.
e come vediamo , questa preferenza è profondamente radicata nella nostra stessa “essenza”.

Questo ha motivazioni evolutive ovvie: identificare l’estraneo al gruppo ha dato ai nostri progenitori un vantaggio evolutivo evidente (altrimenti questa capacità cerebrale non sarebbe presente) rispetto a chi non “discriminava”.
In poche parole, l’accoglienza ha eliminato chi non aveva questa capacità e, coloro che l’avevano, l’hanno passata ai discendenti.

Noi siamo, infatti, il risultato di un processo evolutivo che ha eliminato i comportamenti evolutivi svantaggiosi.

Questo ed altri studi mettono in evidenza come, lungi dall’essere “l’ultimo rifugio dei reietti della società”, la discriminazione su base etnica è invece la norma.
E se il nostro cervello è tale, significa che tutti i comportamenti nichilisti di apertura, altro non sono che un processo culturale recente indotto. Ed è quest’ultimo, un comportamento a-normale e patologico senza basi biologiche che definiremo, autolesionismo xenofilo. Che non ha nulla di vantaggioso e porta gli esseri che lo praticano, all’estinsione.

Le aree del cervello che si attivano in relazione ad individui razzialmente diversi, sono le stesse attive nel processo emotivo e delle decisioni, non solo di quelle delle quali siamo consapevoli, ma anche di quelle inconsce.
Chi non conosce un antirazzista, i cui comportamenti personali sono poi opposti alla sua predica teorica?

Queste ricerche mettono in luce come, gli antirazzisti siano i moderni “moralisti” che impongono a se stessi ( e vorrebbero imporre anche agli altri) un comportamento “contronatura” che neanche loro sono in grado di rispettare. Sono i nichilisti in senso nietzchiano del termine.