Decreto immigrazione è al Quirinale: firma, Mattarella

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“Il richiedente asilo commette un reato? Immediata convocazione in commissione, sospensione ed espulsione, questo accadra’. Un passo in avanti per tornare ad essere un Paese normale”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a proposito della norma aggiornata sul diritto d’asilo contenuta nel decreto che porta il nome del vicepremier.

Il decreto di Salvini sull’immigrazione è al Quirinale per essere firmato, differisce in alcuni punti tecnici rispetto alle bozze circolate dopo il Cdm di lunedì che ha approvato il provvedimento.

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Ad esempio, la “sospensione del procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale” al richiedente asilo che delinque, nel testo definitivo si trasforma in un “procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale”.

Prima la Commissione – si leggeva nel documento fatto trapelare dal Viminale – poteva “sospendere l’esame della domanda quando il richiedente abbia in corso un procedimento penale per uno dei reati che in caso di condanna definitiva comporterebbero diniego della protezione internazionale e ricorrono i presupposti di pericolosità che legittimano il ricorso alla misura del trattenimento, ovvero quando il richiedente ha già ricevuto una condanna anche non definitiva per gli stessi reati”. La sospensione avrebbe così obbligato il richiedente asilo a “lasciare il territorio nazionale” ma, entro “dodici mesi dalla sentenza definitiva di assoluzione”, potrà “chiedere la riapertura del procedimento sospeso. Trascorso tale termine, senza richiesta di riapertura, la Commissione competente dichiara l’estinzione del procedimento”.

La norma aveva sollevato qualche dubbio costituzionale. Così pare sia stata modificata. Ora all’articolo 10 si legge che “Quando il richiedente asilo è sottoposto a procedimento penale per uno dei reati” inclusi nel dl Salvini, allora il questore ne dà tempestiva comunicazione alla Commissione territoriale competente, che provvede nell’immediatezza all’audizione dell’interessato e adotta contestuale decisione. Salvo quanto previsto dal comma 3, in caso di rigetto della domanda, il richiedente ha in ogni caso l’obbligo di lasciare il territorio nazionale, anche in pendenza di ricorso avverso la decisione della Commissione”.

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In sostanza, mentre prima sarebbe arrivata una sospensione della procedura della richiesta di asilo, questa – in caso di procedimenti aperti – viene accelerata e passa davanti alle altre, visto che la Commissione deve valutarla nell’immediatezza. Ma se la decisione sarà contro l’asilo, allora il migrante dovrà comunque lasciare l’Italia.

In sostanza la sospensione automatica è sostituita da una decisione immediata della commissione che, almeno in teoria, non può che essere il diniego dell’asilo.

Un dettaglio tecnico, visto che è molto improbabile ci siano differenze di esiti. Anche se l’automatismo dava un segnale simbolico più forte.

Il che ci dimostra che se veramente vogliamo salvare l’Italia, ci dobbiamo liberare di Mattarella (politicamente). E riformare la Costituzione in senso nazionalista: Prima gli italiani deve essere il primo articolo.