Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, dice di non aver ancora “approfondito” bene il decreto Salvini. Ma intanto lo ha criticano, intimando il sostanziale ‘ritiro’. Ridicolo.
A far inorridire è anche un altro stralcio delle dichiarazioni di Bassetti: “La cittadinanza – ha detto il vescovo – verrebbe revocata anche per reati non gravissimi. Mi sembra che sia molto restrittivo”.
Quindi, secondo i vescovi, il terrorismo islamico non è un reato grave. Perché la “revoca della cittadinanza” è prevista, purtroppo aggiungiamo noi, solo in un caso, ovvero quando lo straniero si sia macchiato di “reati di terrorismo accertati con sentenza definitiva”.
“La revoca – spiegava il ministero – viene adottata con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell’Interno, entro tre anni dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna per i reati in parola”. Un lapsus? Forse. Un errore del vescovo? Si spera. Di certo un jihadista non può essere considerato un criminale che ha compiuto un “reato non gravissimo”.